come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia |
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mercoledì, giugno 30, 2004
Posted
1:49 AM
by giovanna
La notte del 28 giugno fu la notte in cui strapparono il cuore dal petto di t. Da quella notte t. continuo a vivere, ma senza più il cuore nel petto. Pur sentendone ancora il peso. Anzi i primi tempi il peso fu addirittura doppio, triplo. Quella notte si sentirono gabbiani e corvi urlare insieme. E ci furono vento e zanzare e onde paurose e su tutto un buio assoluto, un buio di cecità. t. imparò da allora ad odiare il mare e i posti di mare, cercando rifugio nei luoghi non troppo felici. Chè a chi hanno strappato il cuore dal petto non sono sopportabili, i posti felici. Che cosa ne fu di quel cuore non si sa. Forse lo beccarono gabbiani e corvi. Forse gli amici del gringo lo tagliarono a pezzetti e ci giocarono coi cani. Forse fu portato in processione da grilli e falene. Forse, e questa è l'ipotesi più terribile, ancora sbatte in un'acqua di mare, sopravvivendo a tempeste e secche. In quanto a t., con grande sollievo delle beghine e di quelli che non avevano potuto averla, gli occhi luminosi le si velarono di fuligine e il passo perse la sua fiera insolenza. Cosa sarebbe accaduto da quel momento non era facile prevederlo, t. avrebbe detto "nulla", perchè nulla ormai riusciva a fare senza cuore se non sopravvivere. Ma qualcuno avrebbe ancora scommesso sulla chica senza cuore dallo sguardo velato, chè chi l'aveva così mutilata non poteva dormire sonni tranquilli. Perchè a mutilare angeli e demoni si paga qualcosa. Così si dicono i vecchi dell'isola.
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