come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

mercoledì, giugno 30, 2004


un incipit

La notte del 28 giugno fu la notte in cui strapparono il cuore dal petto di t.
Da quella notte t. continuo a vivere, ma senza più il cuore nel petto. Pur sentendone ancora il peso. Anzi i primi tempi il peso fu addirittura doppio, triplo. Quella notte si sentirono gabbiani e corvi urlare insieme. E ci furono vento e zanzare e onde paurose e su tutto un buio assoluto, un buio di cecità.
t. imparò da allora ad odiare il mare e i posti di mare, cercando rifugio nei luoghi non troppo felici. Chè a chi hanno strappato il cuore dal petto non sono sopportabili, i posti felici.
Che cosa ne fu di quel cuore non si sa. Forse lo beccarono gabbiani e corvi. Forse gli amici del gringo lo tagliarono a pezzetti e ci giocarono coi cani. Forse fu portato in processione da grilli e falene. Forse, e questa è l'ipotesi più terribile, ancora sbatte in un'acqua di mare, sopravvivendo a tempeste e secche.
In quanto a t., con grande sollievo delle beghine e di quelli che non avevano potuto averla, gli occhi luminosi le si velarono di fuligine e il passo perse la sua fiera insolenza.
Cosa sarebbe accaduto da quel momento non era facile prevederlo, t. avrebbe
detto "nulla", perchè nulla ormai riusciva a fare senza cuore se non sopravvivere.
Ma qualcuno avrebbe ancora scommesso sulla chica senza cuore dallo sguardo velato, chè chi l'aveva così mutilata non poteva dormire sonni tranquilli.
Perchè a mutilare angeli e demoni si paga qualcosa. Così si dicono i vecchi dell'isola.

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