come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

venerdì, marzo 04, 2005


'Sono
un'aragosta che vive
in un acquario di ristorante.
Mi hanno legato le chele con una fascetta di plastica.
Ho occhi tondi e neri che
hanno visto mari larghi,
ora guardano di traverso,
dal vetro appannato,
coppiette stanche,
bocche che sbadigliano sguaiate
o ridono di parole che io da qui non sento,
uomini pieni di dopobarba,
femmine pieni di anelli,
bambini lamentosi,
comitive rumorose.
Sto ammassate con altre aragoste e dei granchi in un acquario di ristorante.
Per loro, le altre, non riesco a provare più
neanche solidarietà.
Neanche amore.
E come si fa a fare l'amore con le chele legate?
Passo il tempo a ricordare il mare.
Ieri sera davanti al mio vetro è passata una ragazza
coi capelli scuri, aveva gli occhi stanchi, lucidi e belli. Ci siamo guardate a lungo.
Poi però i suoi amici l'hanno chiamata per andare via.
Lei li ha seguiti senza voglia.
Io l'ho salutata con un cenno delle antenne.
Io lo so che lei stasera tornerà a liberarmi.
Quella ragazza chiederà di comprarmi,
mi metterà in un secchio di plastica pieno d'acqua
e andremo insieme al mare. Mi scioglierà le chele e mi
butterà nel mare.
Da come mi ha guardato tornerà.'

Tornerà. Con un secchiello di plastica rosso.

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