come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

venerdì, agosto 12, 2005


Calme le mani
Dolci di tepore che ti porti dalla tua casa
Toccano le mie per correggerne i movimenti storti
Le hai sentite graffiate e aspre
Fredde d’aria che mi porto dalla strada

E i tuoi occhi curiosi senza ansia
Attenti senza inquietudine
Mi torturano le ginocchia, le mie ginocchia ansiose e inquiete,
Già pronte a correre, a sentire il rimbalzo dei salti

E infatti non resisto
E salterò nella tua stanza
dove le tende ammorbidiscono la luce
e ti torcerò le mani, ti stringerò le ginocchia
ti fermerò il fiato
strapperò via le tende

fino a quando non mi cullerai
nella tua quieta dolcezza
solo allora mi fermerò
solo quando mi vorrai tenere nei tuoi abbracci

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