come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia |
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mercoledì, marzo 22, 2006
Posted
1:57 AM
by giovanna
il pittore. Non gli chiedete nulla. Non gli mettete per favore le mani addosso. Non gli frugate nelle tasche. Hai preso pezzi d'anima li hai tagliati a fette ne hai raccolto il sangue in una bacinella di plastica e lo hai buttato su del cotone bianco. hai preso notti con la gastrite hai preso un dolore antico un pianto in una angolo di quando eri bambino hai preso tua madre e tuo padre hai preso il freddo hai preso tutto quello che non capisci e lo hai buttato su del cotone bianco hai fatto tutto questo per poi trovarti a un vernissage con una faccia con gli occhi lessi da cefalo che tracanna vino e ti chiede 'ma perchè sono così tristi questi quadri? sei tanto una bella ragazza' 'ma perchè c'hai messo un orologio sotto l' albero? che vuol di'?' e una bocca che mastica aperta che ti dice che carino troppo bellino che carino che carino Lasciate in pace per favore il pittore. Non gli chiedete nulla. Non gli mettete per favore le mani addosso. Non gli frugate nelle tasche. Le domande per favore fatele ai mercanti, agli orridi critici che sanno dare 'senso' e univoche spiegazioni. I pittori lasciateli da soli con le loro bacinelle di plastica e non usate per favore l'aggettivo 'carino' mercoledì, marzo 15, 2006
Posted
7:30 AM
by giovanna
tra un orribile orco che ti respira in faccia, e ti parla degli sponsor delle feste patronali Succede che alla stesso tavola alla tua destra sieda una donna con gli occhi a palla e il bacino stretto che ti parla del fondotinta dei politici e del martirio di berlusconi. Succede che quella sera tu stai e non puoi andare via. E poi ti chiedi, mentre il tuo fegato, dignitosamente, si autocorrode, ma perchè non sbatto la borsa e anche il tavolo per aria e scappo via? e poi gli orchi ti vogliono scortare sotto casa come ci potesse essere per te qualcosa di più minaccioso di loro.. E tu guardi la finestra del ristorante aspettando che arrivi uno zorro qualsiasi a portarti via. E ti dici che stai buttando una sera della tua vita in pasto a questi orchi. Poi d'improvviso ti ritrovi a parlare col cameriere che vi serve al tavolo e scopri che è scappato dal suo paese, che è un bravissimo pianista, che è un cantante lirico. E ti ripete con la faccia avvilita e appassionata 'io non sono un cameriere, io sono un cantante'. E poi succede che quella stessa sera ti chiama lisa, la piccola lisa, che dall'alto dei suoi sei anni ti vuole raccontare dei quadri belli che ha visto e ti dice di una grande tela rossa con un taglio al centro e ti racconta che quella per lei vuol dire 'che una persona ha ucciso se stessa, perchè c'è il rosso del sangue e un taglio nella tela che era sua, che aveva fatto lui, il pittore' ti racconta un quadro dall'alto dei suoi meravigliosi sei anni. allora, senti le altezze dei sei anni di lisa di un cameriere pianista che vive straniero in questo paese e soffre e non si arrende. Allora capisci che anche quella serata al tavolo degli orchi ha un senso. E ti commuove, ancora una volta, la vita.
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