come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

lunedì, maggio 22, 2006


c'è stato quello con gli occhiali,
che russava e quando dormiva era un orribile orco.
e quello che sapeva solo ascoltare e
non sapeva dire nulla, se non sgranare rosari,
che quelli sono sempre uguali e facili da recitare.
e poi quello che su una parete bianca diventava bianco
e su una parete gialla, giallo.
Su una parete rossa, però, guarda un po', non sapeva diventare rosso.
e poi, te lo ricordi, quello che sul citofono prima del nome
c'aveva scritto 'arch.'?
Poi c'è stato quello sprezzante
che passava sui cadaveri e ci saltava sù con la corda.
arancio, pera, limone e fragola.
e poi poi

una domenica mattina
uno
con gli occhi azzurri
e un sorriso da ciliegie e primo sole
Lei lo notò anche se lui stava girato di spalle.
Figuriamoci che occhi deve avere uno che si nota
anche se sta girato di spalle.
e non aveva 'arch.' scritto sul citofono,
ma, anzi, neanche il nome.
Il nome, doveva indovinarlo lei, che andava a cercarlo.

Ma è facile indovinare
il nome di chi porta gli occhi azzurri e un sorriso da cilegie e primo sole.

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