come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

martedì, dicembre 05, 2006


Io li conosco quei posti.

I ragazzini là impiccavano i cani per gioco e poi li colpivano con le pietre mentre penzolavano.

C’era una mia compagna di scuola che abitava dentro una casa blindata. aveva le vasche da bagno con i rubinetti d’oro ma casa sua era vuota, mezzo vuota, e sopra i divani c’era la plastica. non ti ci potevi sedere. se no si rovinavano. e dei lampadari enormi.
Quando andavo a fare i compiti da lei c’erano sempre degli uomini silenziosi in stanza con noi. a me non piacevano. e non ci sono più voluta andare.
Mio fratello lo picchiavano quasi tutti i giorni, a scuola, perché non parlava mai e non gli piaceva fare a botte. anche adesso mio fratello non parla mai.
C’era un ragazzino più grande di me, Clemente, si chiamava Clemente, che ora fa il camorrista. Mi dicono che è diventato uno di quelli che si fa rispettare.
Sua madre raccoglieva i pomodori in campagna. ogni mattina venivano a prenderla con un furgone pieno di altre donne. abitavano in una baracca. il padre non ce lo aveva. la sorella si è ammazzata.
Sai com'è, si finisce per diventare cattivi.
Io di Clemente mi ricordo solo che una volta mi ha consolato perché un cane per strada mi aveva dato un morso. Alla mano destra. Mi diceva ‘non piangere non piangere ti accompagno io da tua mamma’. Avevo sei anni. Lui mi ha preso in braccio, e mi ha portato a casa.

Io li conosco quei posti.

Comments: Posta un commento

Home