come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

giovedì, luglio 15, 2004


Diretto roma-napoli, pomeriggio domenicale.
Io sono stata appena sputata fuori da un uragano.
E ora non c'è più un filo di vento.

Davanti a me sta seduto un tipo con al collo
una catena da motorino, e i capelli incollati dal
gel con la cute a vista. Maglietta bianca. Smanicata.
Sollevo lo sguardo e subito lo riabbasso perchè so che di lì
a un minuto dirà qualcosa...
Lasciami in pace, per favore, fanciullo smanicato.
Oggi non sopporto perturbazioni al silenzio.
Il rumore del treno, continuo e privo di contenuto,
quello posso sopportarlo.

Per ora lui gioca nevroticamente con le suonerie del telefono. Io sto con
la testa bassa sul mio libro. In realtà non leggo...percorro
il labirinto che disegnano gli spazi bianchi tra le parole.

Mi isolo ancora di più con le cuffiette nelle orecchie,
ma eccolo che mi fa un cenno...
faccio finta di niente
ma lui, impavido, si china con la faccia davanti al mio libro.
Mi chiede di togliermi un auricolare. Per cortesia, me lo levo.
- T'ho visto ieri sera - sorride ammiccante - tu fai la cubista al club21!-
lo dice sicuro e felice.
- No. Non sono io. Ieri sera non ero su un cubo. E non ballavo -
Lui mi guarda perplesso e deluso.
Rimetto l'auricolare
Gli leggo sul labiale qualcosa del tipo - scusa, mi sembravi proprio tu-

Riprovo di nuovo ad allontanarmi coi pensieri.
Ma non riesco a non pensare con un certo affetto al mio alter ego cubista al club21.
Ci penso. E me la immagino.
Me la immagino in questa domenica pomeriggio. Con le ciabatte e l'accappatoio che gironzola per casa assonnata. In testa ha un mollettone che le tiene sù i capelli e sbocconcella qualcosa da mangiare. Ha ancora un po' di trucco in faccia.
La TV è accessa su domenica in...i genitori stanno seduti su un divano marrone, di pelle marrone. Un vassoio di pastarelle sul tavolino del salotto. Il fratello più piccolo parla al telefono.
Me la immagino annoiata. Sbadiglia e guarda fuori dalla finestra.
La finestra dà sui binari della ferrovia.
Lei sicuramente, come me,la odia la domenica pomeriggio.


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