come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

venerdì, luglio 23, 2004


a luglio
a roma
a sera
amo
le panchine ai bordi delle strade
con le
birre prese nei bar e bevute
sotto lampioni gialli
che illuminano isole d'asfalto caldo

mi piace guardare da lì
la città
sfiancata dal caldo

sulla panchina
tra il negozio di scarpiere e il semaforo rotto di via magnagrecia
io e a. abbiamo parlato
di matricidi con una vecchia checca profumata e compiaciuta della sua tracolla finto hermès
sotto i lampioni gialli del pigneto
io e f.
abbiamo parlato
di geografia e d'amore:
- per andare a perugia si può passare da mantova? -
- volendo sì -

sere d'estate
col caldo che stanca e piega le ginocchia
e mai mai i pensieri
mai i nostri pensieri
sere dove le parole
escono più lente
e diventa di più lo spazio tra le
domande e le risposte
il caldo ammorbidisce le nevrosi
e cancella dolce dolce i rancori d'inverno
le amo
certe panchine metropolitane
ancora di più
quando sono in luoghi improbabili
non quelle dei parchi
ma quelle messe tra un tabacchi un platano spennato e l'insegna d'un dentista
in un angolo dal quale si può vedere
magari una finestra illuminata di cucina
e le auto passare
e la fermata d'autobus
che si fa meno affollata quando è buio


da celine:

«scrivo come posso, quando posso, dove posso [...] ho sempre dovuto rubare ore a quelli che mi davano lavoro, rubare tempo ai mestieri che mi davano il pane [...]. Scrivo in fretta e furia, come sempre ho vissuto: in fretta e furia»

giovedì, luglio 22, 2004


gli amori carnali riducono all'osso

giovedì, luglio 15, 2004


Diretto roma-napoli, pomeriggio domenicale.
Io sono stata appena sputata fuori da un uragano.
E ora non c'è più un filo di vento.

Davanti a me sta seduto un tipo con al collo
una catena da motorino, e i capelli incollati dal
gel con la cute a vista. Maglietta bianca. Smanicata.
Sollevo lo sguardo e subito lo riabbasso perchè so che di lì
a un minuto dirà qualcosa...
Lasciami in pace, per favore, fanciullo smanicato.
Oggi non sopporto perturbazioni al silenzio.
Il rumore del treno, continuo e privo di contenuto,
quello posso sopportarlo.

Per ora lui gioca nevroticamente con le suonerie del telefono. Io sto con
la testa bassa sul mio libro. In realtà non leggo...percorro
il labirinto che disegnano gli spazi bianchi tra le parole.

Mi isolo ancora di più con le cuffiette nelle orecchie,
ma eccolo che mi fa un cenno...
faccio finta di niente
ma lui, impavido, si china con la faccia davanti al mio libro.
Mi chiede di togliermi un auricolare. Per cortesia, me lo levo.
- T'ho visto ieri sera - sorride ammiccante - tu fai la cubista al club21!-
lo dice sicuro e felice.
- No. Non sono io. Ieri sera non ero su un cubo. E non ballavo -
Lui mi guarda perplesso e deluso.
Rimetto l'auricolare
Gli leggo sul labiale qualcosa del tipo - scusa, mi sembravi proprio tu-

Riprovo di nuovo ad allontanarmi coi pensieri.
Ma non riesco a non pensare con un certo affetto al mio alter ego cubista al club21.
Ci penso. E me la immagino.
Me la immagino in questa domenica pomeriggio. Con le ciabatte e l'accappatoio che gironzola per casa assonnata. In testa ha un mollettone che le tiene sù i capelli e sbocconcella qualcosa da mangiare. Ha ancora un po' di trucco in faccia.
La TV è accessa su domenica in...i genitori stanno seduti su un divano marrone, di pelle marrone. Un vassoio di pastarelle sul tavolino del salotto. Il fratello più piccolo parla al telefono.
Me la immagino annoiata. Sbadiglia e guarda fuori dalla finestra.
La finestra dà sui binari della ferrovia.
Lei sicuramente, come me,la odia la domenica pomeriggio.


martedì, luglio 13, 2004


insostenibile
il cielo azzurro dell'estate
insostenibile questo stupido cielo celeste stoviglia





venerdì, luglio 09, 2004


interno giorno
ore 8.00, prima colazione

L. (sospirando): -il mondo è pieno di gente che si sta cercando-

G. (sbadigliando) : - sì,
creditori che cercano debitori insolventi
assassini che cercano vittime
zanzare che cercano vene
gatti che cercano topi-


cammino verso i posti in cui voglio andare.
prendo l'anima e la sbatto per bene,
come una tovaglia dopo pranzo per levare le briciole.
rimane qualche macchia di vino.
me la tengo.
è arrivato un vecchio pazzo a scuotermi una spalla.
è arrivato un bambino muto a tirarmi per la gonna.
un ragazzo con gli occhi vacui e i pensieri disposti
in ordine alfabetico mi era cascato davanti...
non era un ragazzo, era un sacco di iuta pieno di polvere e foglie secche

scavalco il sacco, esco dalla lista in ordine alfabetico...
e vado via




mercoledì, luglio 07, 2004


arrivata la primavera
potevamo ancora aspettare l'estate
ma, cazzo...,
ora che l'estate è arrivata,
che cosa aspettiamo?

martedì, luglio 06, 2004


ehm...mi sa che...
non sono una rondine.


oltre che andare a capo mi piace mettere la doppia
interlinea per sottolineare
un "cambio"
una interruzione
una sospensione

ma la sospensione
non è una bella sensazione

spesso presuppone
l'esistenza di un burrone


lunedì, luglio 05, 2004


Ogni volta così.
Guardando il mare dalla terra sento un desiderio così
forte di farne parte, di tuffarmici dentro, che quasi
ne soffro, come un pesce tirato fuori da un amo.
Sono d'acqua, di sale e d'alga verde.
Non sono terra. Non sono pietra.
Vado verso ogni cielo lontano, verso ogni puntino
d'orizzonte.
Mi porta una corrente buia, fredda e profonda.

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