come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

domenica, agosto 15, 2004


Esterno notte
Festa estiva in spiaggia
I presenti hanno ovviamente tra i 25 e i 40 anni:
qui sembra che non esistano altri esseri umani che quelli di questa età.
Le donne ostentano pance scoperte, gli uomini camicie di lino bianco e sigari di buona qualità
Luccicano, le donne, sulla pelle e sui vestiti
Alcuni si agitano alla musica
Altri si agitano in conversazioni di autopromozione
Altri, invece, stanno bloccati in un unico, continuo, paralizzato sorriso
Tutti vanno in barca a vela
Tutti hanno fatto almeno un corso da sommelier.
Ovviamente cercano di coinvolgermi in danze, pavoneggiamenti e conversazioni
dalla solita inevitabile partenza –che fai nella vita?- come se si potesse rispondere a una domanda del genere con un'unica, immediatamente comprensibile, frase -dove sei stata in vacanza?- come se tutti d'estate dovessero necessariamente andare in qualche posto riconoscibile come 'esotico' e 'da vacanza';
conversazioni dal solito inevitabile approdo – magari ci si vide domani per un giro in barca –
-col cazzo che ci vengo in barca con te!- vorrei rispondere, … ma mi trattengo.

Che diavolo ci faccio io qui?
Sto per vomitare:
il fatto è che le mie emozioni si trasformano sempre
Immediatamente in qualcosa di fisico:
liquidi, malattie, emicranie, gastriti, sudore, vomito…
Per salvarmi dal vomito
uso il metodo che ho imparato da bambina
e che mi ha salvato in tante situazioni,
in tutte le situazioni in cui quello che ho intorno non mi piace
in tutte le situazioni in cui ho un immediato bisogno di fuggire:
alzo la testa verso il cielo
e mi lascio incantare
mi perdo in quel buio e nelle stelle lontanissime
dopo pochi istanti vengo risucchiata verso il cielo
sono dentro al cielo
Quello che ho intorno scompare
E sono salva

Penso a Lotar
Questa è la sua gente
Questi i suoi luoghi, le sue “situazioni”, come si dice,
forse lui è così
forse non sa camminare sui pezzi di vetro
forse non ha mai saputo farlo

Torna una sensazione di vomito.
Sorrido al cameriere, un ragazzino tisico stanco e sudato,
anche lui vorrebbe sparire da lì,
capisce il mio sorriso solidale e lo ricambia
Butto giù
Un altro bicchiere di vino e risollevo lo sguardo
aspettando che il cielo mi prenda e, di nuovo, mi porti via


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