come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia |
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martedì, aprile 26, 2005
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7:24 AM
by giovanna
Gioca con le sue biglie di vetro. le incrocia e le rincorre. Le vuole sempre di colore diverso, e sempre nuove, per carità, perchè la noia non arrivi troppo presto. E ogni volta che il sole ne fa brillare casualmente una pensa che sia quella la più bella: non si accorge che la luce viene dal sole e non dalla biglia perchè,timoroso di perdersene qualcuna, tieni sempre lo sguardo basso, verso l'angolo della stanza. Col respiro affannato cerca di afferrare tutto ciò che gli passa accanto perchè sia suo e non di un altro. La sera il sole si abbassa dolce e i bagliori spariscono. Ma a lui,affannato ad arraffare biglie, rimangono solo le sue mosche e il suo angolo mentre le biglie rotolano casualmente via Io, di quel sole che conosco bene, durante la notte conservo il caldo sulla pelle, e so che ogni mattina all'alba lo sentirò ancora. Io non ho i capelli rossi ma li meriterei. venerdì, aprile 15, 2005
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7:52 AM
by giovanna
e sta da solo. Benedetti quelli che non hanno bisogno di compagnia. Legge e non alza lo sguardo. beati quelli che leggono soli in mezzo alla folla. Alza lo sguardo due secondi. ci guarda. nero di vite, nessun ammiccamento e occhi stanchi. Benedetti quelli con gli occhi stanchi. per saper tanto guardare, per saper poco dormire. benedetti i suoi occhi neri e i capelli e i suoi neri pensieri. sconosciuto parola bella belle le sue mani poi siamo andate via e lui è rimasto mi sono voltata a guardargli la schiena in quell'istante ho avuto un'illuminazione benedetti quelli che andando via da un autogrill ricevono folgoranti rivelazioni mercoledì, aprile 13, 2005
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3:35 AM
by giovanna
è una novità. i tumultuosi sogni notturni e il mal di schiena, segni inequivocabili, mi spingono a partire. quando una faccia ti colpisce solo perchè te ne ricorda un'altra be', c'è poco da ridere. E' il momento di sparire è il momento di partire. quando allo specchio hai un'espressione imbecille da rossella o'hara e piangi leggendo la sirenetta di andersen è il momento di andare. Il luogo deve essere aspro il tempo non ben determinato canottiere e pantaloncini rossi sapone e un pettine di legno bicicletta o gambe le strade meglio se lunghe e vuote la compagnia di quelle con le quali non c'è bisogno di parole. Sudore e sole. Pane e pioggia. E basta. mettendo tra me e ciò che è noto spazio fisico lontananze di chilometri. le fughe sono una mia specialità chi sa fuggire è a metà dell'opera lunedì, aprile 04, 2005
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7:52 AM
by giovanna
non bisognerebbe mischiarli, specie a stomaco vuoto" me lo dicevano sempre da bambina "non fare fughe da film se sei in un talk show, altrimenti nessuno ti inseguirà" me lo diceva sempre mia mamma mentre, nei pomeriggi estivi, mi preparava il pane con lo zucchero "una strega e una guardarobiera sono due cose diverse. e tu non sei una guardarobiera" me lo diceva sempre nonna anna mentre mi pettinava i capelli "l'istinto tuo e le certezze assolute altrui non dovresti mai mischiarli" me lo diceva sempre il mio gatto parlante la sera prima di addormentarci "avresti dovuto lanciargli qualunque cosa ti trovassi davanti in quel momento e andartene via" me lo ha detto il mio amico francesco, qualche sera fa ho contravvenuto ai consigli a tutti proprio tutti i consigli è per questo che mi hai incontrato a ostiense di notte in bicicletta in abito da sera con una sola marlboro assolutamente insonne e però anche con un assolutamente ingiustificato presentimento di felicità
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