come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia

martedì, novembre 29, 2005


bella serata.
e poi ognuno sotto la pioggia per i cazzi suoi.
ognuno col proprio cielo sulla testa.
lei il suo lo guarda e non gli volta le spalle.
e oggi ognuno a mangiare in qualche selfservice per i cazzi suoi.
a specchiarsi la faccia in una qualche vetrina di pasticceria o farmacia.
ognuno a guardare di fronte a se una faccia qualunque.
tanto per sbiadire.
tanto per scolorire.
solo che poi la candeggina strappa.
strappa con un rumore che è quasi un piacere.
come forse si sono abituati a pensare il dolore. quasi un piacere.
uno strappo di lenzuolo bianco,
che li ha tenuti vicini nudi come bambini.
e ora stanno vestiti, in abiti che costringono.
ognuno per i cazzi suoi

lunedì, novembre 21, 2005


ripicche.
giochetti di potere. miseri come stirare bene i polsini.
miseri come mettere punti e puntini.
puntini pesanti come case
e incapaci di lasciare dolcemente in sospensione.
che noiosa
faticosa occupazione
che è l'amore.
e io voglio
invece poter stare scalza.
e mangiare l'uva con le mani. gocciolanti.
io voglio invece
lasciare le acri parole taglienti
fuori.
lance
appoggiate al muro della porta.
fuori.
e avere solo una camicia leggera leggera.
bianca.
a mia difesa, nel sonno, solo il velo lieve dei miei oli acquarellati.
ma queste sono possibilità date solo
dall'amicizia
e non da quel rancoroso, risentito, egoistico
sentimento
che è
l'amore

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