come buttare una bottiglia in mare, sperando che non colpisca in testa una cernia |
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giovedì, agosto 26, 2010
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6:22 AM
by giovanna
I due passengers del quadro erano sulla metro B, Roma, direzione Rebibbia. mercoledì, marzo 24, 2010
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4:06 PM
by giovanna
E mentre mastico mi arrendo. E va bene, hanno ragione loro. Hanno ragione... non va bene cenare da soli in una città sconosciuta. Soprattutto se sei triste. Soprattutto se sei una donna. Soprattutto se tua madre ti ha chiamato qualche ora prima per dirti che il tuo cane è morto. Sì era vecchio. Sì le solite frasi...meglio che non abbia sofferto troppo. Ma sono frasi di circostanza. Perchè Silvestro se ne è andato. E questo è tutto. Perchè Silvestro mi ha accompagnato nei miei giorni di primavera e anche nelle mie notte infelici, quando non potevo dormire e ce ne andavamo in giro sbandati. E la polizia ci fermava perchè erano strani quella ragazza e quel cane in giro da soli alle tre di notte. Perchè i poliziotti, come i camerieri dei ristoranti, lo sanno che non sta bene che le donne girino da sole di notte, cenino da sole nelle città sconosciute. E forse hanno ragione loro. E poi Silvestro, quando ero malata, poggiava la faccia accanto alla mia sul cuscino, e mi guariva. Il ricordo più bello, però, è quello di quel giorno in cui nevicò. Impazzimmo di felicità, e corremmo a sfinimento quel giorno della neve . Alla sera, me lo ricordo, eravamo esausti di felicità. E' un bel modo di essere esausti, e capita di rado. Ma io ai camerieri tutta 'sta storia qua di Silvestro non gliela racconto. Prendo la giacca e la borsa e vado via. Anche perchè la cena è buona ma stasera non mi va. Rassicuro un ultima volta i camerieri con qualche frase di circostanza e torno nella mia stanza d'hotel con il letto barocco. E arrivederci Silvestro. Sto sola come te stasera. Nell'ennesima città sconosciuta. Forse ti penso meglio così. Se fossi qua andremmo ancora per un'ultima notte in giro da soli, sbandati, noi due. Ad annusare l'aria. ora, senza di te, sarò meno brava a ritrovare la strada. Buonanotte, cane trovato, per Fortuna, la notte di san silvestro. martedì, febbraio 16, 2010
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6:25 AM
by giovanna
Castagnola Pippa ripete l'uomo pazzo in autobus. Poi scende all'improvviso a una fermata. Raccoglie un ramo caduto con certe foglie verdi e guarda in cielo. Segue per direzione un pezzo di carta che gira per aria. Noi, non pazzi, rimaniamo sull'autobus. Quasi tutti diretti in ufficio torneremo stasera stessa strada direzione contraria ceneremo andremo a dormire stanchi di niente dopo i programmi della sera. Castagnola Pippa Castagnola Pippa mi ronza nel cervello come un mantra liberatorio. mercoledì, agosto 12, 2009
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1:50 AM
by giovanna
Per leggere levo la polvere con il polso della camicia, che tanto così bianca da sporcarsi non è. Nè ben stirata. Mi pare, ora, questo posto, una strada in mezzo a campi vuoti. E mi viene voglia di riprendere il cammino. Il sole è alto e scotta. E davanti non si vede nulla, a parte i campi. Ma ormai ci sono tornata. Non posso continuare. Continuerò. martedì, dicembre 05, 2006
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5:41 AM
by giovanna
I ragazzini là impiccavano i cani per gioco e poi li colpivano con le pietre mentre penzolavano. C’era una mia compagna di scuola che abitava dentro una casa blindata. aveva le vasche da bagno con i rubinetti d’oro ma casa sua era vuota, mezzo vuota, e sopra i divani c’era la plastica. non ti ci potevi sedere. se no si rovinavano. e dei lampadari enormi. Quando andavo a fare i compiti da lei c’erano sempre degli uomini silenziosi in stanza con noi. a me non piacevano. e non ci sono più voluta andare. Mio fratello lo picchiavano quasi tutti i giorni, a scuola, perché non parlava mai e non gli piaceva fare a botte. anche adesso mio fratello non parla mai. C’era un ragazzino più grande di me, Clemente, si chiamava Clemente, che ora fa il camorrista. Mi dicono che è diventato uno di quelli che si fa rispettare. Sua madre raccoglieva i pomodori in campagna. ogni mattina venivano a prenderla con un furgone pieno di altre donne. abitavano in una baracca. il padre non ce lo aveva. la sorella si è ammazzata. Sai com'è, si finisce per diventare cattivi. Io di Clemente mi ricordo solo che una volta mi ha consolato perché un cane per strada mi aveva dato un morso. Alla mano destra. Mi diceva ‘non piangere non piangere ti accompagno io da tua mamma’. Avevo sei anni. Lui mi ha preso in braccio, e mi ha portato a casa. Io li conosco quei posti. lunedì, novembre 13, 2006
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4:03 AM
by giovanna
Procedo più lentamente del solito. Non uso colori. Appena metto un grammo di rosso subito lo lenisco con un bruno di van dyck. Gialli poi, non se ne parla proprio. Verde solo mischiato al nero...perchè diventi fango. Così compare sulla tela l'immagine di un ricordo che dissanguo. Levando i colori levo il sangue agli oggetti e ai luoghi. Ma il bianco, è lui che mi tradisce, mostrando col suo candore le pieghe languide di un letto sfatto. Il bianco ti fotte sempre, con la sua luce. mercoledì, ottobre 18, 2006
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2:38 AM
by giovanna
dalla stanza dove dipingo ora. specialmente di notte. vista underground su caviglie e pneumatici. niente tetti di cattedrali, piuttosto voci che arrivano dall'alto. e ginocchia. un gatto che scappa. sporco di fuligine. una cartella di bambino. la città mi prende ancora di più dentro il suo ventre d'asfalto. sono sempre più figlia sua. e in fondo è quello che voglio. giovedì, ottobre 12, 2006
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3:22 AM
by giovanna
nella casa davanti al mercato. Le stanze vuote rivelavano tutto quello che le ha riempite. Le parole facevano eco. E i silenzi anche. e le lenzuola svelavano in ogni piega un giorno. una notte. ma quello che ho lasciato stanotte, non si può dire. E allora sarà una tela. Sarà una tela grande. Userò molto bianco. Pochi colori. Quasi solo terre e grigi. Sarà un letto sotto una finestra. Il mio letto. La mia finestra. E basta. La stanza vuota. Con gli angoli così candidi. Tutti gli angoli che ho lasciato. venerdì, ottobre 06, 2006
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12:42 AM
by giovanna
non c'erano libri solo l'enciclopedia medica e un libro sui faraoni. E poi potevamo sfogliare l'album delle foto di nozze dei miei genitori o vestro e postalmarket. E però, nonostante non ci fossero a casa mia librerie piene zeppe fino al soffitto, come quelle che vedevo a casa di una mia compagna di scuola figlia di notaio, noi piccoli i libri li abbiamo cercati, amati. Preferiti a tutto il resto. I primi ce li facevamo prestare dai miei zii. In quella casa di Napoli dove c'era, nel salone, anche una statuetta di dedalo e icaro. E liquori nei mobili. E sigarette. Una casa diversa dalla nostra. Mi incantavo sempre a guardarla quella statua di dedalo e icaro. Con quelle ali. Io ero piccola piccola e tra i primi libri che mi feci prestare mi ricordo 'la noia' di Moravia e 'Marcovado' e 'Quo Vadis'. Chissà poi perchè scelsi quelli, che cosa mi suggerivano le copertine, i titoli, i nomi degli scrittori. Da allora poi i libri me li facevo comprare dai miei genitori. O mettevo i soldi da parte in una piccola cassaforte di plastica rossa. Poi piano piano hanno i libri hanno riempito casa mia e anche quella dei miei genitori. Dentro degli scaffali pieni quasi come quelli della figlia del notaio. Certo in scaffali meno pregiati. E mio padre, da quando non crolla più morto di sonno, subito dopo cena, per la fatica di un lavoro pesante, ha cominciato a leggerli. Tutti. E stamattina mi ha detto che li ha finiti tutti quelli che sono a casa. Me ne ha chiesti altri. Con la stessa avidità con cui io chiedevo, bambina, a lui, di regalarmeli. Per favore. E lui non li capiva bene, allora, questi oggetti di carta e di parole. Ma mi accontentava. Si fidava di me. Dei miei desideri. Dei miei sogni. Bo. Quasi quasi mi veniva da piangere. Per una specie di tenerezza. giovedì, ottobre 05, 2006
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8:17 AM
by giovanna
Vista da qui la flebo sembra un calice di cristallo. Pieno di un liquore dolce. Visto da qui il bianco delle lenzuola sembra un abito pronto da indossare per la prima comunione. E il rumore degli attrezzi di metallo sui carrelli suona come le note isolate dei tasti di un pianoforte. Un notturno di Chopin. Non sono i tagli e i chicchi d’asfalto che mi sono entrati nelle mani a ferire. Di più è la malinconia. Respiro diligente, però. So che devo continuare a farlo. Con un ritmo costante.Chi lo ha detto che respirare viene automatico? Io ora ci penso a ogni boccata d’aria che ingoio a sforzo. Come quando imparavo le tabelline a fatica. Faccio sforzo di non smettere la cantilena dei respiri. Perché, tutto sommato, voglio continuare. Uno per uno uno. Uno per due due. Perché, nonostante tutto, ci sono attaccata ai pomeriggi al mare, e a quelle poche cose come il camminare a fianco, l’aspettare l’estate seduti sui muretti, il pane con l'olio ed il sale. Come ballare o come quando ti viene da ridere e non riesci a smettere. Come la tovaglia pulita e il vino a pranzo, una canzone che passa alla radio, certe mattine d’inverno, al mercato, con le buste della spesa ad aiutare mia madre, e mio padre che ci aspetta in macchina. Cose come addormentarsi con la stanchezza e il latte caldo, svegliarsi con una voglia di andare nelle gambe. I ricordi, le coincidenze. Il desiderio e le possibilità. Infinite. Che sempre rimangono, finchè si respira. E’ per questo che, diligente, ingoio questo ossigeno difficile. Attenta a non sbagliare. Uno per uno uno. Uno per due due. Uno per tre tre. Quando finalmente il respiro mi è tornato automatico mi hanno spostato dalla rianimazione in una stanza con altre persone. giovedì, agosto 17, 2006
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12:17 AM
by giovanna
di chi m'urla il suo amore come un aquila starnazzante chi urla troppo si strozza e muore mi fido piuttosto di chi aspetta in silenzio nella stanza e così pure preferisco chi m'odia con sorda ostinazione a chi mi scrive canzoni d'amore che parlano di rive e di lune. Generiche rive, generiche lune non varranno mai una bestemmia contro. non mi fido di chi mi dice bella per quel modo leggero, così crede, che ho di spostarmi i capelli dal viso mi fido piuttosto dello sconosciuto che mi sfiora, per caso, col dorso la mano nell afa e nei neon di una metropolitana stracolma quando a sera, con gli occhi stanchi, rientro dal lavoro con le buste della spesa con dentro il latte e il pane è, quella, la carezza di compassione e disperato amore di chi sta nello stesso naufragio non vi fidate, insomma, di chi v'urla il suo amore come un'aquila starnazzante né di chi vi dice la vostra insopportabile mancanza sdraiato su un comodo cuscino di una camera d'appartamento sui comodi cuscini degli appartamenti una carta da parati vale l'altra così pure una bocca vale l'altra e chi le bacia, povero stupido, crede che il rosso carminio d'alzarina sia uguale a un rosso di cadmio mercoledì, luglio 05, 2006
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3:57 AM
by giovanna
di tendere fionde e di sciogliere i capelli è tempo di preparare il pane al mattino presto quando è ancora alba è tempo di levarsi gli abiti è tempo di cogliere le ciliegie più rosse più dolci è scaduto il tempo del silenzio del bianco del digiuno è tempo di suoni e miele forte scaduto il tempo delle ortiche, preparo il tempo dei girasoli lunedì, maggio 22, 2006
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2:32 AM
by giovanna
che russava e quando dormiva era un orribile orco. e quello che sapeva solo ascoltare e non sapeva dire nulla, se non sgranare rosari, che quelli sono sempre uguali e facili da recitare. e poi quello che su una parete bianca diventava bianco e su una parete gialla, giallo. Su una parete rossa, però, guarda un po', non sapeva diventare rosso. e poi, te lo ricordi, quello che sul citofono prima del nome c'aveva scritto 'arch.'? Poi c'è stato quello sprezzante che passava sui cadaveri e ci saltava sù con la corda. arancio, pera, limone e fragola. e poi poi una domenica mattina uno con gli occhi azzurri e un sorriso da ciliegie e primo sole Lei lo notò anche se lui stava girato di spalle. Figuriamoci che occhi deve avere uno che si nota anche se sta girato di spalle. e non aveva 'arch.' scritto sul citofono, ma, anzi, neanche il nome. Il nome, doveva indovinarlo lei, che andava a cercarlo. Ma è facile indovinare il nome di chi porta gli occhi azzurri e un sorriso da cilegie e primo sole. mercoledì, marzo 22, 2006
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1:57 AM
by giovanna
il pittore. Non gli chiedete nulla. Non gli mettete per favore le mani addosso. Non gli frugate nelle tasche. Hai preso pezzi d'anima li hai tagliati a fette ne hai raccolto il sangue in una bacinella di plastica e lo hai buttato su del cotone bianco. hai preso notti con la gastrite hai preso un dolore antico un pianto in una angolo di quando eri bambino hai preso tua madre e tuo padre hai preso il freddo hai preso tutto quello che non capisci e lo hai buttato su del cotone bianco hai fatto tutto questo per poi trovarti a un vernissage con una faccia con gli occhi lessi da cefalo che tracanna vino e ti chiede 'ma perchè sono così tristi questi quadri? sei tanto una bella ragazza' 'ma perchè c'hai messo un orologio sotto l' albero? che vuol di'?' e una bocca che mastica aperta che ti dice che carino troppo bellino che carino che carino Lasciate in pace per favore il pittore. Non gli chiedete nulla. Non gli mettete per favore le mani addosso. Non gli frugate nelle tasche. Le domande per favore fatele ai mercanti, agli orridi critici che sanno dare 'senso' e univoche spiegazioni. I pittori lasciateli da soli con le loro bacinelle di plastica e non usate per favore l'aggettivo 'carino' mercoledì, marzo 15, 2006
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7:30 AM
by giovanna
tra un orribile orco che ti respira in faccia, e ti parla degli sponsor delle feste patronali Succede che alla stesso tavola alla tua destra sieda una donna con gli occhi a palla e il bacino stretto che ti parla del fondotinta dei politici e del martirio di berlusconi. Succede che quella sera tu stai e non puoi andare via. E poi ti chiedi, mentre il tuo fegato, dignitosamente, si autocorrode, ma perchè non sbatto la borsa e anche il tavolo per aria e scappo via? e poi gli orchi ti vogliono scortare sotto casa come ci potesse essere per te qualcosa di più minaccioso di loro.. E tu guardi la finestra del ristorante aspettando che arrivi uno zorro qualsiasi a portarti via. E ti dici che stai buttando una sera della tua vita in pasto a questi orchi. Poi d'improvviso ti ritrovi a parlare col cameriere che vi serve al tavolo e scopri che è scappato dal suo paese, che è un bravissimo pianista, che è un cantante lirico. E ti ripete con la faccia avvilita e appassionata 'io non sono un cameriere, io sono un cantante'. E poi succede che quella stessa sera ti chiama lisa, la piccola lisa, che dall'alto dei suoi sei anni ti vuole raccontare dei quadri belli che ha visto e ti dice di una grande tela rossa con un taglio al centro e ti racconta che quella per lei vuol dire 'che una persona ha ucciso se stessa, perchè c'è il rosso del sangue e un taglio nella tela che era sua, che aveva fatto lui, il pittore' ti racconta un quadro dall'alto dei suoi meravigliosi sei anni. allora, senti le altezze dei sei anni di lisa di un cameriere pianista che vive straniero in questo paese e soffre e non si arrende. Allora capisci che anche quella serata al tavolo degli orchi ha un senso. E ti commuove, ancora una volta, la vita. venerdì, febbraio 24, 2006
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7:28 AM
by giovanna
Di questa terra di Liguria che attraverso mi piace invece questa luce priva di colore. Grigio bianchissimo e silenzioso. Scelgo il silenzio o il rumore assordante di una musica urlata. Il chiacchiericcio inutile, no. Pietre e acqua di Liguria. Alberi secchi. Nessuna opulenza vanagloriosa. Riconoscente ammiro questa terra e questa acqua aspra di sale. Terra che non s'agita di chiacchiere e di inutili carnosità. Niente polpa. Niente marmellata. Somiglia, questa terra, al mio cuore fatto di ruggine rossa, di incroci di architetture ferrose. Niente polpa. Niente marmellata martedì, febbraio 07, 2006
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7:30 AM
by giovanna
e con le mani aperte sono nata sola bambina, ho imparato le parole più lunghe e più difficili correggendomi allo specchio ho imparato ad andare in bicicletta per scappare a ciò che non volevo ragazzina, ho parlato alle piante di menta verdi e a certe libellule che ti lasciavano vedere il cielo attraverso le ali ho imparato a fare da me ho imparato ad intrecciare nodi e a correre veloce più dei maschi oggi porto gli stessi occhi scuri d'acqua profonda le stesse mani aperte. corro veloce, so andare in bicicletta, conosco tutte le parole, guardo spesso il cielo e so trovare qualsiasi colore. queste sono le cose che so fare. giovedì, gennaio 26, 2006
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6:42 AM
by giovanna
il ghiaccio bruci e il sole sia freddo.. succede alle volte che una bocca diventi solo denti e gengive che un certo nome diventi solo un numero tra altri due nella rubrica di un telefono che una foto diventi una fototessera impalata e una carezza uno strofinare stoviglie da asciugare distrattamente giovedì, gennaio 05, 2006
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7:40 AM
by giovanna
una cicala non posso far altro che cantare e fare quello che mi pare cerco allora urgentemente un cuore da formica da installare trapiantare un cuore da formica per stabilire decisioni prendere a cuore ferree intenzioni evitare futili tentazioni se conoscete formiche morte di recente in feroci incidenti o tragici eventi sappiate che io cerco un nuovo cuore misura trentatre dunque mettetele in contatto con me in cambio il mio cuore usato offrirò per qualunque richiesta riceverò: come ingrediente per farci una sangria o per qualsiasi altra stregoneria martedì, novembre 29, 2005
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7:08 AM
by giovanna
e poi ognuno sotto la pioggia per i cazzi suoi. ognuno col proprio cielo sulla testa. lei il suo lo guarda e non gli volta le spalle. e oggi ognuno a mangiare in qualche selfservice per i cazzi suoi. a specchiarsi la faccia in una qualche vetrina di pasticceria o farmacia. ognuno a guardare di fronte a se una faccia qualunque. tanto per sbiadire. tanto per scolorire. solo che poi la candeggina strappa. strappa con un rumore che è quasi un piacere. come forse si sono abituati a pensare il dolore. quasi un piacere. uno strappo di lenzuolo bianco, che li ha tenuti vicini nudi come bambini. e ora stanno vestiti, in abiti che costringono. ognuno per i cazzi suoi lunedì, novembre 21, 2005
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4:16 AM
by giovanna
giochetti di potere. miseri come stirare bene i polsini. miseri come mettere punti e puntini. puntini pesanti come case e incapaci di lasciare dolcemente in sospensione. che noiosa faticosa occupazione che è l'amore. e io voglio invece poter stare scalza. e mangiare l'uva con le mani. gocciolanti. io voglio invece lasciare le acri parole taglienti fuori. lance appoggiate al muro della porta. fuori. e avere solo una camicia leggera leggera. bianca. a mia difesa, nel sonno, solo il velo lieve dei miei oli acquarellati. ma queste sono possibilità date solo dall'amicizia e non da quel rancoroso, risentito, egoistico sentimento che è l'amore giovedì, ottobre 27, 2005
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2:53 AM
by giovanna
è un allenamento, nelle lingue, a bruciare papille gustative cancellare è un allenamento di disordine che nasconde assedi e oggetti tra lenzuola di letti sfatti e scarpe spaiate cancellare è un allenamento di risate forzate a tavola con gli amici cancellare è un allenamento di cose da fare senza lasciare neanche uno spazio per il ricordo della lana vetrosa e calda dei suoi abbracci autunnali cancellare è un allenamento a confondere i nomi, alla sostituzioni di quelle sillabe che pronunci per prime sulle labbra al mattino ma cancellare ancora non salva dalla paura di quei fuochi improvvisi che possono esplodere sul volto tenero indifeso. Cancellare non salva dall'evidenza di quelle fiamme negli occhi lunedì, ottobre 17, 2005
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1:57 AM
by giovanna
guarda guarda cosa hai tra i capelli! Mi tocco con la mano sinistra e trovo tra i capelli biglie di vetro rosso. Rosso scuro. trasparente. le tiro via con le mani. una. e poi un'altra. e un'altra ancora. Cristalli di vino. Cristalli di sangue. Mi vergogno all'idea: sono andata per strada sono andata tra la gente con il mio vetro rosso tra i capelli. mercoledì, ottobre 12, 2005
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1:50 AM
by giovanna
il numero 9 della pianta del tè richiesta che poi non fu evasa da un pianista incapace in una notte che finiva la primavera o iniziava l'estate chi può dirlo i confini sono sempre incerti. cuspidi ingannevoli e scivolose. e allora io per te iniziai per l'ultima volta quello che ora non riesco, per fortuna, a iniziare. e sarà poi una fortuna? la risposta a questa basterebbe per ogni mia altra domanda. ma ora sono altri venti ad agitare le lenzuola contro il cielo che sa essere solo azzurro. come fosse un poster in una camera d'adolescente. solo ai fantasmi si può raccontare di se con sincerità. per questo scrivo a te dopo aver mangiato una frittata gialla di uova e di patate e una pastiglia ai fiori d'arancio. faccio sempre strani miscugli, lo sai. ti saluto, caramente, e ti ringrazio solo per il ricordo di me che ho con te. venerdì, settembre 30, 2005
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2:42 AM
by giovanna
sempre ogni possibilità di felicità con tutto quello che comporta la felicità... doverla curare difenderla condividerla dovercisi fermare mi è tanto più cara e facile l'inquietudine si adatta meglio ai miei capelli azzurri alle mie braccia graffiate ai racconti notturni con gli altri funamboli insonni alle strade bagnate e ai miei segnacci neri martedì, settembre 27, 2005
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5:35 AM
by giovanna
e sono pura come un agnello io incenerisco carni e sono buona come miele io disprezzo e sono tenera e bianca come burro fresco io vorrei tenerlo fermo e sputare e però vorrei anche baciargli piano la nuca lunedì, settembre 19, 2005
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3:35 AM
by giovanna
sorseggiavano thè caldi e altre lingue calme grasse e benestanti la mia lingua beveva il buio e la pioggia della notte più cattiva, masticava vetri e denti rotti e sangue di quello buono mentre i cari amici belli tra un locale alla moda e l'altro giocavano con parole già dette corteggiamenti noiosi e lenti e previsti io pregavo l'asfalto che mi graffiasse e il mio killer che diventasse per favore più cattivo allora ho corso con l'anima stremata e ho sentito la lama nelle spalle tagliare il mio vestito di veli belli e colorati. il vestito che avevo messo per fargli credere d'esser bella.
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3:28 AM
by giovanna
mi hanno spaccato il cuore come un'angura in vendita sui banchi del mercato. volevano la prova? vedere se era rossa? spaccata, oscena, esposta. rimane a sole e mosche il suo sangue di rosa venerdì, agosto 12, 2005
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7:57 AM
by giovanna
Dolci di tepore che ti porti dalla tua casa Toccano le mie per correggerne i movimenti storti Le hai sentite graffiate e aspre Fredde d’aria che mi porto dalla strada E i tuoi occhi curiosi senza ansia Attenti senza inquietudine Mi torturano le ginocchia, le mie ginocchia ansiose e inquiete, Già pronte a correre, a sentire il rimbalzo dei salti E infatti non resisto E salterò nella tua stanza dove le tende ammorbidiscono la luce e ti torcerò le mani, ti stringerò le ginocchia ti fermerò il fiato strapperò via le tende fino a quando non mi cullerai nella tua quieta dolcezza solo allora mi fermerò solo quando mi vorrai tenere nei tuoi abbracci
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6:23 AM
by giovanna
da ciondoli e inutile ciarpame rimango vestita solo di ossigneo e bolle di sapone. butto via borse e conserve e la polvere sotto il letto. butto via fogliacci scritti di parole dolciastre di inutili tentativi di spiegare guardo roma tutta intera dall'alto di castel santangelo immagino di volarci sù come una sposa di chagall do un addio a certi vicoli dove sono arrivata col fiato corto quelle sere di inizio estate per portargli un mio modo di sorridere. le bolle di sapone luccicano e si rompono e sulla pelle scivola il sapone. e io respiro per cercare ancora ossigeno e il limpido dei cieli di un inizio estate che se ne va scompare nei vicoli che ho guardato stanotte dall alto di castelsantangelo. da lì avrei voluto spegnere le luci, lasciarmi solo lo scorrere del fiume. e il mio volo rosso come l'amata di chagall.
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4:54 AM
by giovanna
a dare la misura esatta della bellezza dei miei amici. una sorprendente bellezza. giovedì, agosto 11, 2005
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1:47 AM
by giovanna
nella mia nuova stanza scopro che l'universo è in armonia con me. 11 agosto che dovrebbe essere assolato e trasparente ma io sono incazzata nera e fuori c'è un tempo da cani. e allora penso che potrei provare a influenzare le maree, e, che graziosa idea, i MAREMOTI! martedì, luglio 26, 2005
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6:34 AM
by giovanna
e letti sfatti foglietti scribacchiati spiccioli sparpagliati disordine di letti, abiti e scarpe lavandini e trucchi e il disordine delle cose mette disordine di sogni e di pensieri così passa di corsa e senza tempo di malinconia un'estate calda e affollata un'estate di fretta e di briciole smangiucchiate correndo per le scale gli amori stanno lontani in disparte e si disordinano si confondono e si distraggono solo alle volte tentando definizioni di 160 caratteri ma restano sospesi lungo le autostrade lungo i fili dei telefoni come voli d'uccelli in viaggio e mi piacciono così e a guardarli sorrido con lo sguardo in alto come un bambino sorpreso giovedì, luglio 07, 2005
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3:45 AM
by giovanna
e un bambino piccolo che dorme senza ninna nanna la ragazza ha il volto scuro ma è bella bella come un angelo sbagliato la ragazza porta solo gonne lunghe e chissà quale amore respira al caldo di un letto confuso di lenzuola e sudore e voci e bambini la ragazza lava i vetri dietro i quali stanno volti stampati, nervosi di traffico e di lavori da 8ore, e fondotinta chiari e foulard e punti carburante e ciao caro ciao cara e dove vai in vacanza questestate auricolari e notiziari e mutui bancari la ragazza tiene le mani sui fianchi e guarda lontano la ragazza respira il vento e la strada io mi incanto della sua bellezza e vorrei regalarle la mia gonna a fiori e vorrei ascoltarla parlare ma il semaforo si fa verde e io alzo il volume della musica per non vedere i ciao caro ciao cara e che fai questestate lunedì, giugno 20, 2005
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7:06 AM
by giovanna
meglio l'assenza meglio non essere in un posto che esserci per starci come una foca in un pollaio e poi io le odio le galline con quelle loro zampette secche e quegli occhi rotondi io non sono una persona civile e quando in un posto non ci voglio stare mi giro sui tacchi e me ne vado me ne vado giovedì, giugno 09, 2005
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2:57 AM
by giovanna
corsa bagnata di gocce e sudore fresco terra di vento negli occhi gambe veloci a spingere e buio e discese alle spalle sbatte il portone di casa e allora scoppia la mezzanotte e scoppia la tempesta entusiasmante di lampi e d'acqua e vento ne assorbo tutta l'elettricità me la tengo sotto la pelle e trattengo i lampi nella lingua lunedì, maggio 30, 2005
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8:12 AM
by giovanna
ho solo tre possibilità: o vado in analisi o mi converto all'ennesima nuova religione o mi innamoro come una corsa di bambino con la semplicità del bisogno con la semplicità per una volta del pane le parole no per favore per una volta vorrei evitarle schivarle schifarle lasciare agli altri gli esercizi di stile io so solo mangiare accanto e ho solo 24 ore di tempo lunedì, maggio 23, 2005
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2:07 AM
by giovanna
da Renato Guttuso, uomo coraggioso di vita e di colore. con molta molta riconoscenza per le tre dense intense ore trascorse nella sua mostra al Chiostro del Bramante. mercoledì, maggio 18, 2005
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1:10 AM
by giovanna
il ridicolo di certi occhiali da sole e di certi capelli pieni di gel ho colto il ridicolo delle parole fresco e carino. ho colto il ridicolo di certi sguardi seri e seriali. di certe pose da manichino. ho colto la bellezza di due bambine sorelle che trasformavano l'elemosina in un gioco in un balletto in un sorriso. anche la guerra può diventare gioco per chi si inventa la propria verità? in una brutta metropolitana ho colto la dignità dei capelli raccolti e della gonna lunga coi merletti di una bambina zingara che si dondolava al suono di fisarmonica di suo padre. ho provato rispetto per certi passi stanchi per certi sguardi soli. ho colto ho preso ho spalancato gli occhi ho voluto essere l'uno e non l'altro ho colto l'importanza della scelta martedì, maggio 10, 2005
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5:10 AM
by giovanna
di bellezza e pieni baci. angoli diventati rotondi morbidi caldi. e mangio poco per un languore vuoto che più che pastasciutta vuole baci. e respirare vicino. per riempirsi ancora. una pozzanghera che aspetta un temporale, un acquazzone a cascata. per riempirsi ancora. e uscire fuori d'acqua. entusiasta straripare fuoriuscire a fiotti. zuccheriare. imbambolare. il tempo? quale tempo? immobili incanti che ne sanno del tempo? lunedì, maggio 02, 2005
Posted
2:34 AM
by giovanna
sabbia nei piedi mi sfilo le mie calzette rosse e guardo, a occhi spalancati, la pulizia bianca dell'estate cieli ripuliti anima bagnata pizzette fredde e fantasprite sui tavolini della terrazza al mare che amo sopra a ognaltracosa e non penso nessun 'se'. basta questo. sulla terrazza al mare che amo martedì, aprile 26, 2005
Posted
7:24 AM
by giovanna
Gioca con le sue biglie di vetro. le incrocia e le rincorre. Le vuole sempre di colore diverso, e sempre nuove, per carità, perchè la noia non arrivi troppo presto. E ogni volta che il sole ne fa brillare casualmente una pensa che sia quella la più bella: non si accorge che la luce viene dal sole e non dalla biglia perchè,timoroso di perdersene qualcuna, tieni sempre lo sguardo basso, verso l'angolo della stanza. Col respiro affannato cerca di afferrare tutto ciò che gli passa accanto perchè sia suo e non di un altro. La sera il sole si abbassa dolce e i bagliori spariscono. Ma a lui,affannato ad arraffare biglie, rimangono solo le sue mosche e il suo angolo mentre le biglie rotolano casualmente via Io, di quel sole che conosco bene, durante la notte conservo il caldo sulla pelle, e so che ogni mattina all'alba lo sentirò ancora. Io non ho i capelli rossi ma li meriterei. venerdì, aprile 15, 2005
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7:52 AM
by giovanna
e sta da solo. Benedetti quelli che non hanno bisogno di compagnia. Legge e non alza lo sguardo. beati quelli che leggono soli in mezzo alla folla. Alza lo sguardo due secondi. ci guarda. nero di vite, nessun ammiccamento e occhi stanchi. Benedetti quelli con gli occhi stanchi. per saper tanto guardare, per saper poco dormire. benedetti i suoi occhi neri e i capelli e i suoi neri pensieri. sconosciuto parola bella belle le sue mani poi siamo andate via e lui è rimasto mi sono voltata a guardargli la schiena in quell'istante ho avuto un'illuminazione benedetti quelli che andando via da un autogrill ricevono folgoranti rivelazioni mercoledì, aprile 13, 2005
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3:35 AM
by giovanna
è una novità. i tumultuosi sogni notturni e il mal di schiena, segni inequivocabili, mi spingono a partire. quando una faccia ti colpisce solo perchè te ne ricorda un'altra be', c'è poco da ridere. E' il momento di sparire è il momento di partire. quando allo specchio hai un'espressione imbecille da rossella o'hara e piangi leggendo la sirenetta di andersen è il momento di andare. Il luogo deve essere aspro il tempo non ben determinato canottiere e pantaloncini rossi sapone e un pettine di legno bicicletta o gambe le strade meglio se lunghe e vuote la compagnia di quelle con le quali non c'è bisogno di parole. Sudore e sole. Pane e pioggia. E basta. mettendo tra me e ciò che è noto spazio fisico lontananze di chilometri. le fughe sono una mia specialità chi sa fuggire è a metà dell'opera lunedì, aprile 04, 2005
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7:52 AM
by giovanna
non bisognerebbe mischiarli, specie a stomaco vuoto" me lo dicevano sempre da bambina "non fare fughe da film se sei in un talk show, altrimenti nessuno ti inseguirà" me lo diceva sempre mia mamma mentre, nei pomeriggi estivi, mi preparava il pane con lo zucchero "una strega e una guardarobiera sono due cose diverse. e tu non sei una guardarobiera" me lo diceva sempre nonna anna mentre mi pettinava i capelli "l'istinto tuo e le certezze assolute altrui non dovresti mai mischiarli" me lo diceva sempre il mio gatto parlante la sera prima di addormentarci "avresti dovuto lanciargli qualunque cosa ti trovassi davanti in quel momento e andartene via" me lo ha detto il mio amico francesco, qualche sera fa ho contravvenuto ai consigli a tutti proprio tutti i consigli è per questo che mi hai incontrato a ostiense di notte in bicicletta in abito da sera con una sola marlboro assolutamente insonne e però anche con un assolutamente ingiustificato presentimento di felicità mercoledì, marzo 16, 2005
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2:30 AM
by giovanna
caduta... lunedì, marzo 14, 2005
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1:34 AM
by giovanna
sul precipizio di questa primavera venerdì, marzo 04, 2005
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8:06 AM
by giovanna
un'aragosta che vive in un acquario di ristorante. Mi hanno legato le chele con una fascetta di plastica. Ho occhi tondi e neri che hanno visto mari larghi, ora guardano di traverso, dal vetro appannato, coppiette stanche, bocche che sbadigliano sguaiate o ridono di parole che io da qui non sento, uomini pieni di dopobarba, femmine pieni di anelli, bambini lamentosi, comitive rumorose. Sto ammassate con altre aragoste e dei granchi in un acquario di ristorante. Per loro, le altre, non riesco a provare più neanche solidarietà. Neanche amore. E come si fa a fare l'amore con le chele legate? Passo il tempo a ricordare il mare. Ieri sera davanti al mio vetro è passata una ragazza coi capelli scuri, aveva gli occhi stanchi, lucidi e belli. Ci siamo guardate a lungo. Poi però i suoi amici l'hanno chiamata per andare via. Lei li ha seguiti senza voglia. Io l'ho salutata con un cenno delle antenne. Io lo so che lei stasera tornerà a liberarmi. Quella ragazza chiederà di comprarmi, mi metterà in un secchio di plastica pieno d'acqua e andremo insieme al mare. Mi scioglierà le chele e mi butterà nel mare. Da come mi ha guardato tornerà.' Tornerà. Con un secchiello di plastica rosso. lunedì, febbraio 21, 2005
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4:38 AM
by giovanna
per favore ritarda ancora un poco io non sono ancora pronta ai tuoi strattoni a quel tuo modo di tirarmi per un polso ai tuoi incanti distratti alle tue fughe io ora è qui che devo stare ho idee che vogliono esser fatte parole da scrivere cose da compiere prima che l'inverno sia finito se tu arrivi adesso lo sai già io ti seguirò di giri e di corsa dimenticherò tutto il 'dovuto' davanti solo profumi e quei tuoi cieli troppo grandi troppo aperti pronti al volo squarci nel cuore e salterò scapperò dimenticherò tutto correrò giù per le scale le gonne tirate sù la nuca sudata primavera ritarda ancora un po' a venire primavera ho ancora tante cose da fare lasciami ancora un po' con questo inverno silente e freddo che mi tiene nelle case a lavorare fino al mattino primavera non mi buttare ancora negli occhi luci e piazze odorose non ancora lo sai io a tutto quel celeste a tutto quel bianco a quella vertigine non posso resistere giovedì, gennaio 27, 2005
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1:55 AM
by giovanna
j.: bo'...mmh...non so, mi sento un po' così lo sai com'è con gli amori senza amore...'ste storie un po' di riciclo...un po' da supermercato sentimentale. Amorazzi. se fossero foto sarebbero delle polaroid. e io preferisco bresson. però ci casco sempre. s.: sì...lo so... è come col ristorante cinese j.: ??? s.: dopo un po' che non ci vai dici - dai dai andiamo al cinese è un sacco di tempo che non ci vado sì sì al cinese - poi subito dopo che si sei stato esci sempre con un vago senso di nausea e dici - Basta eh! al cinese mai più! mi è rimasto tutto sullo stomaco... e poi, cazzo, c'ha tutto quello stesso identico sapore.. io al cinese mai più! - Poi però, dopo un po' che non ci vai, una sera ti salta in mente - ma perchè non andiamo al cinese?!?! e daiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!- e ci ricaschi. j.: sì, i finti amori sono come il cinese...come mc donald... va be' mi faccio riso bianco, una tisana al biancospino, e vado a dormire s.: 'notte j.: 'notte, copri bene la cuccia della falena che stanotte nevica giovedì, gennaio 20, 2005
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8:28 AM
by giovanna
noiosa e conservatrice. E non si inventa nulla. Sono gli inquieti infelici che cambiano trasformano e non hanno paura. Sono gli infelici entusiasti che fanno le rivoluzioni. Gli infelici sono immorali e coraggiosi. venerdì, gennaio 07, 2005
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3:12 AM
by giovanna
quegli oggetti, mi assediano mi aggrediscono mi abbagliano con una malinconia violenta e struggente. Con le loro ombre sole urlano ciò che manca giovedì, dicembre 30, 2004
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2:15 AM
by giovanna
-uno schiaffo ??!?! ma daiii ma scherzi?! -e che sarà mai? quanto siete pavidi e civili tutti quanti! hai capito bene. un colpo. semplice, chiaro. un gesto poco urbano colpire in faccia qualcuno? L'indifferenza quella sì che è urbana, civile. Vero?!? -tu sei matta -tu no mercoledì, dicembre 29, 2004
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7:44 AM
by giovanna
vado avanti a brodini formaggini e camomille non mordo più non avveleno più se mento arrossisco bevo sciroppi caramellati la sera vado a letto presto se le salamandre si ammalano le porto dal veterinario uso la scopa per ramazzare chiunque conosca un metodo per recuperare stregheschi poteri e facili costumi è pregato di mettermene a conoscenza via fax via mail via telefono o più tradizionalmente lasciando una messaggio sotto la quercia più vecchia è piuttosto urgente martedì, dicembre 28, 2004
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6:24 AM
by giovanna
nausea nausea di immagini sarà colpa delle vetrine o delle riviste d'arte contemporanea o del traffico o della casa dei miei così piena di cose ma ho nausea di immagini mi passa ogni voglia di tracciare segni ogni colore mi dà il voltastomaco devo ripulire gli occhi e la testa avrei bisogno forse di un'infinita disabitata neve di un infinito cielo deserto senza una nuvola o di un buio puro assoluto come ci si svuota dai segni e dai colori e dalle luci? troppa folla di mani e volti e forme e grovigli ho bisogno di nulla non voglio contribuire anche io a questa confusione grottesca
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6:24 AM
by giovanna
non glielo dico, tanto non capisce martedì, dicembre 21, 2004
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6:55 AM
by giovanna
sicuramente affollato sicuramente affannato sicuramente non mi ha risparmiato provocatorio e poco indulgente un anno di corsa un anno che mi ha lanciato nel vuoto e nel prossimo o si vola o si cade ma sia chiaro se si vola si vola se si cade... si rimbalza
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6:28 AM
by giovanna
e infatti mi chiedevo che fine avessi fatto.. venerdì, dicembre 10, 2004
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3:04 AM
by giovanna
mi ha un po' scompigliato i capelli... proprio ora che stavano così in ordine pettinati lisci e dolci come un'acqua di lago ma non volevo scrivere questo volevo piuttosto scrivere che le tre e mezzo (non del pomeriggio) è l'ora perfetta per scappare via da un luogo o da sè stessi e se dovete fuggire fatelo sempre un po' prima dell'alba prima che la luce vi sorprenda. la luce è così spietata. certe volte poi dopo la mezzanotte si diventa improvvisamente bellissimi come cenerentole da tarantole a cenerentole. topi non ce n'erano nè zucche o altri ortaggi ma uno specchio e ho visto che i miei occhi marroni erano diventati verdi avreste dovuto vederli. però quanto fugge in fretta la bellezza l'afferri e poi arriva il vento e se la porta via girando girando le direzioni che girano non hanno mete servono solo a seminar tempeste e io da bambina quanto le amavo le tempeste le cercavo nei luoghi alti sul mare cazzo che vento che s'è alzato stamattina gira ma per ora gira basso meglio abbassare le vele prima che si strappino o forse vediamo che succede a vederle gonfiarsi gonfiarsi come palloni magari si vola magari si scoppia magari si scoppia per la punta di un ago magari si vola attaccati a un filo in una mano venerdì, dicembre 03, 2004
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2:06 AM
by giovanna
i quasi amori inquinano più dei diserbanti più dei pesticidi più delle bombolette spray mercoledì, dicembre 01, 2004
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2:56 AM
by giovanna
non si vuole rassegnare ancora provano a farmi affezionare al business così mi hanno regalato un fighissimo, managerialissimo palmare qtek ma io invece che per riunioni e relazioni e note su outlook e budget in excel lo uso solo per inviarci filastrocche sms sconci e foto di carciofi e mandarini e per cercare musichette e per filmare tramonti autostradali fiori buffi e tangenziali mercoledì, novembre 24, 2004
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9:23 AM
by giovanna
gran bella cosa i fiori d'inverno però conti alla mano alla primavera mancano ancora circa 250 bicchieri di vino un centinaio di post 20 giorni di pioggia una dozzina di film un migliaio di mail una cinquantina di 'vaffanculoatutti' una cinquantina di 'viamotutti' 120 notti di cui... una ventina di nottitroppobrevi una ventina di nottitroppolunghe una decina di notti insonni una ventina di 'bastamenevoglioandare!' un paio di 'ioquaciresto!' 1 o 2 amici che scompaiono 1 o 2 amici che compaiono una decina di 'cazzononmelaspettavo' 7/8 episodi di tachicardia qualche centinaio di baci finti qualche bacio vero 5 o 6 ripensamenti una ventina di treni almeno 4 tubetti di carminio... mio dio che fatica non so se ci arriverò a questa primavera sabato, novembre 20, 2004
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9:15 AM
by giovanna
in una condizione di astrazione, in una bolla che chiude e isola e compenetra lui con il suo modello, reale o mentale che sia. Alle volte accade che chi si trova di fronte alla sua tela finisca in quello stesso stato di 'incanto'. Quella io la chiamo un'opera d'arte. giovedì, novembre 11, 2004
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3:50 AM
by giovanna
per uno di quegli scherzi del destino e delle coincidenze, ti arrivano notizie su di te che non sapevi e scopri che mentre credevi di essere libero e che tutto fosse ancora possibile eri uno scoiattolo che correva in un labirinto cieco e, puff, affondi. Sasso nello stagno. E sei un bambino stupido stremato e scopri che, alla fine nel montaggio del film, i pezzi in cui eri tu li hanno tagliati e ora appari solo in una scena di folla, sei di schiena, e ti si riconosce solo dai tuoi capelli lunghi neri eri l’eroina, ma di un mondo sotterraneo, regina di un corte notturna di gufi ed elfi muti, ma l'eroina vera viveva in superficie, al sole, più luminosa e bella. E scopri con sorpresa che eri tu la cattiva della favola colpa dei tuoi capelli lunghi neri del tuo rifiuto dei ruoli e delle leggi del tuo non dare nome ai sentimenti del tuo coraggio che non misura spazio del tuo darti senza inizio nè fine lunedì, novembre 08, 2004
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5:15 AM
by giovanna
perchè dipingo un lavandino o un letto... come se solo pesche e mandaranci fossero oggetti degni di essere dipinti mercoledì, novembre 03, 2004
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3:27 AM
by giovanna
A DIFFIDARE SEMPRE DI QUELLI CHE LEGGONO SOLO SAGGI. E NEANCHE UN ROMANZO. e così questo, tra i miei 5 pregiudizi, si colloca al terzo posto. Tra i baresi e le ragazze che indossano indumenti di colore pastello. lunedì, novembre 01, 2004
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3:44 AM
by giovanna
in discesa mi hanno provocato una totale perdita della voce. be',sì, è vero, è un fatto seccante però tuttosommato non è male poter rispondere alle domande e osservazioni altrui sollevando le spalle, faccina costernata, e indicando ahimè a gesti che ‘non posso rispondere’ Non è male non rispondere al telefono pigiando -rifiuta- seguito da messaggino conservato in 'bozze': ‘scusa, non ho voce, non posso parlare, mi farò risentire quando la voce sarà tornata’ insomma non è male essere esonerati da -spiegare, argomentare, rispondere, giustificare, chiarire,chiacchierare, raccontare- così senza più voce sciarpa di seta blu intorno al collo quante parole vuote che mi evito che bei silenzi pieni che mi godo esonerata dai buongiorno-buonappetito-come stai-chefainellavita-civediamopiùtardi?-miaccompagni?-prego-grazie-passatounbuonfinesettimana?-Dove andiamo a pranzo?-Ti piace questo ti piace quello?-E di quel film che ne pensi?...- che bei silenzi pieni che mi godo parole solo scritte mi faccio bastare un repertorio di testa su e giù per dire sì testa di qua e di là per dire no tanto che quando la voce tornerà forse simulerò silenzio ancora un po’... giovedì, ottobre 28, 2004
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8:57 AM
by giovanna
giocavano senza avvicinarsi mai troppo senza dirsi mai troppo presuntuosi di libertà ma la notte del temporale... avvicinandosi senza prevederlo, improvvisamente sentirono complicati i saluti e, improvvisamente più veri e morbidi e tiepidi, divennero complicati gli abbracci nella bocca dei baci arrivò uno sconosciuto sapore dolciastro come se fosse malinconia nelle parole si mischio l'urgenza di dire 'come' 'cosa' con il pudore di dire 'come' 'cosa' così dietro la porta, senza prevederlo, ognuno dalla sua parte sentì un vuoto nella pancia forse anche nella testa "...ma la pancia e la testa insieme sono l'anima, lo sai?..." disse lui "..ma no.. no... che anima... ti sbagli forse è solo che fuori ci sono lampi e tuoni... è suggestione è tutta suggestione è rumore di pioggia è solo il temporale.." disse lei e risentì il dolciastro nella lingua mercoledì, ottobre 27, 2004
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8:37 AM
by giovanna
tormentate e sanguinanti di carminio scaldate appena dall'ocra, livide di blu nelle ombre dei petali, escono da un fondo scurissimo... emergono, si aprono con l'urgenza della passione la passione ha sempre fretta i colori e i gesti sono veloci imprecisi sporchi fiammeggiano solo in alcuni rari,improvvisi tratti immerse nel fango Sono sempre innamorata del mio ultimo quadro... eppure tra qualche giorno,già lo so, non lo sopporterò più giovedì, ottobre 21, 2004
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9:36 AM
by giovanna
S.:però, cazzo, le occhiaie ti stanno proprio bene col pallore autunnale soprattutto con il maglioncino nero a collo alto incantevoli le guance scavate... contrastate dalla pienezza del corpo Io: 'fanculo. esteta decadente del cazzo. mercoledì, ottobre 20, 2004
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1:36 AM
by giovanna
ieri, a seguito dela pubblicazione del post contenente accenni vaghi ad amici/compagni di merende, mi è arrivata la seguente richiesta di integrazione. La mittente non è in generale adatta a stare in liste/elenchi...ma l'errata corrige ci sta tutta. Pertanto, confermo e sottoscrivo quanto di seguito riportato. 1adelle2cretine p.s. tra le cose viste al largo dei bastioni di orione hai dimenticato i miei piedi nudi al comando dei carabinieri, mentre il maresciallo constatava un ammutinamento dei suoi uomini e tu spiegavi a Ratti Lorenzo che cosa si intende per 'fantasia hermes' -----Messaggio originale----- Da: Monica Inviato: martedì 19 ottobre 2004 20.30 A: A Giovanna Noia (E-mail) Oggetto: INTEGRAZIONE! oggetto: ma io qui dove cazzpita sono??? c'è l'amica coi capelli ricci che è xxx i 2 amici che che si amano come pazzi che saranno xxx e l'americana C'E' ADDIRITTURA XXX e io???? integra-tu e reintegra-mi!! dunque, io quella che: * non ha pazienza * che non ha pazienza ma ascolta tutte le tue IPOTESI dai tonnetti in poi ANCHE in, ma soprattutto per, ore improbabili * che non ha pazienza ma fa le poste ai tuoi fidanzati georeferenziati incurante dei passanti che dicono uuuh! guarda là, 2 lesbiche in macchina! * è una delle 2 cretine * ha i capelli lisci * all'occorrenza si porta la cena * prende atto dei tuoi geronti * ha superato la prova della tisana al biancospino al retrogusto di bagno pubblico * altro che navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di orione... ha visto la muffabuffa dell'architetto e le sedie per gli ospiti del guardiano del faro, un manganello tra le sliding doors di un ascensore e una borsetta rosa equivoca agitarsi nella notte sulla litoranea per pratica di mare. * ha dominato il picco delle 22.30 preciso come neanche l'8 è mai stato * conosce la tua sensibilità: quella per i peperoni rossi sotto un casco e sopra una camicia auaiana e quella per i musi bagnati dei cani * ecc., ecc. grazie in anticipo. so che mi darai soddisfazione. lunedì, ottobre 18, 2004
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5:17 AM
by giovanna
e uno come fa ad amare l'idea di mettere al mondo un nuovo 'piano tariffario'!??!?! insomma uno come fa a provare interesse per una tabella di tariffe al minuto e opzioni e promozioni e scatti alla risposta di 12 eurocent in un mondo in cui ci sono i cieli, la cappella sistina, i disegni di schiele, i ragazzi con gli occhi neri con cui fare l'amore,il vento di notte, lo sguardo di quella ragazza ieri al supermercato, i colori a olio, le nuvole veloci, i ponti sui fiumi, il pane caldo, l'amatriciana e il vino,i ragazzi pallidi con cui fare l'amore, la musica, l'acqua salata, le corde di chitarra,il sudore di chi sa correre, il rosso fiero del sangue e quello fragilissimo dei papaveri, le memorie dei pc, i voli di nureyev, le parole, la mia amica coi capelli ricci, il mio amico che mi prepara da mangiare quando sono stanca e quello che mi ha insegnato ad essere libera, i miei due amici che si amano come pazzi,la bellezza di mia mamma, il coraggio di mio padre, lisa che impara a scrivere, i ricordi, le coincidenze, la possibilità di immaginare qualunque cosa, di immaginare anche più di quello che esiste... con tutte queste cose qua da vivere e amare e cercare come si può, come cazzo si può provare interesse per un PIANO TARIFFARIO ?!?!??! e poi la stupida sarei io!!! pfui... secondo me quelli che amano lavorare sono malati. giovedì, settembre 30, 2004
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3:15 AM
by giovanna
g.: addirittura i guanti! non fa così freddo l.: non è per il freddo. E' che da quando ho visto un cane pisciare sulla catena del mio motorino li metto sempre prima di toccarla. Anche d'estate. g.:E' proprio vero che le brutte esperienze lasciano il segno e inducono ad aumentare le difese. Pensandoci...ultimamente ne abbiamo visti di cani pisciare sulla catena, eh, come metafora, voglio dire!C'hai ragione tu: col cazzo che me li tolgo i guanti! Neanche d'estate! e vado via, veloce e silenziosa... bella corsa in bicicletta ieri notte. bel fresco ieri notte. lunedì, settembre 27, 2004
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6:23 AM
by giovanna
non riesco a godermi la serenza piacevolezza della brezza? perchè non riesco a godermi il tiepido delle tisane e la semplicità di una carezza? perchè ho bisogno sempre del tanto del troppo, dell'impossibile, delle ustioni del fuoco, dei venti che strappano radici e fanno volare mucche? mercoledì, settembre 22, 2004
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2:06 AM
by giovanna
- scusa sono in ritardo perchè non trovavo parcheggio. Ma non sono venuta con la bici perchè sentivo freddo.- - ma ci saranno 40 gradi!!!- - forse era un freddo interiore - - vino rosso o bianco? - - quello che hai già aperto - - la pasta coi broccoli mi piace, buttane mezzo chilo - - per due mezzo chilo?!? - - oh...non giocare con le mie mutande - - ma ti escono dai pantaloni! - - hai già dato da mangiare alla falena? - - sì le ho dato la composta di limone - - ma lo sai che ormai si lascia anche accarezzare? - - le sigarette continuano a venirmi male - - le falene sono più cani che gatti, come carattere voglio dire - - a proposito...la tua macchina puzza di cane bagnato - - è che ci entra la pioggia - - e comprati un arbre magique - - ma tanto a roma non piove mai - - ma ti piace la canzone? - - è un po' alla degregori/consoli - - ? - - ma secondo te...va be' niente...ci penso ancora... tu a lei ci pensi ancora? - - ohhhhhh...t'ho detto di non giocare con le mie mutandeee! - - l'una?!?! ho dormito due ore? - - va be' - - facciamo un brindisi - - a cosa? - - all'interruzione dei cicli, dei corsi e dei ricorsi - - facciamo una lista dei nostri pregi e difetti? ma lo sai che i pregi mi vengono in mente solo quando dico i difetti? - - inizio io. difetti: non sono buona, intemperanza, egocentrismo, devo dimagrire, inconcludenza...infedeltà (quando non sono innamorata) pregi: intelligenza, fantasia, passione, entusiasmo, amicizia...porto la quarta...fedeltà (quando sono innamorata)...- - bel culo lo hai detto? - - ah no...è vero! grazie eh! - che sonno! - - però tu non hai fatto l'elenco dei pregi e difetti! - - io vado - - buonanotte - - buonanotte - martedì, settembre 21, 2004
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2:20 AM
by giovanna
e c'è modo e modo di soffrire per amore. Io, ahimè, obbedisco a una certa imprescindibile, stagionale, ciclicità. Alla quale non riesco a sfuggire. In verità, funziona sempre così, da quando avevo cinque anni: In primavera mi innamoro...vagamente...approssimativamente, allegramente, lievemente. Qua e là. D' estate uno dei miei gai amori primaverili si acutizza e si conclama come morbo fatale e io mi convinco che quello, proprio quello, è il più grande amore delle mia vita. Ardo, fremo, sono felicissima, sono infelicissima, mi accaloro, non dormo, non mangio. Dimagrisco come un gatto e mi vengono le occhiaie. D'autunno, come un soufflè venuto male, il più grande amore della mia vita si affloscia, si ammoscia, si accascia e io mi faccio la solita convalescenza a base di sciroppi, coccole, ripensamenti. D'inverno mi dimentico dell'ammore. Sublimo nell'arte. E sto tranquilla e serena.Faccio cose, vedo gente. Mediamente felice... fino alla fine di febbraio, già temendo l'imminente arrivo dei primi fatali giorni di marzo. Ultimo bilancio dei consumi indotti dall'amoroso morbo: circa 600 euro in scarpe (rosse, col tacco, con la punta, sadomaso, con le stringhe, senza stringhe, ecc) una decina di rossetti (effetto bagnato, effetto mat, effetto attac, ecc) almeno 200 euro di profumi dai nomi che mi vergogno a ripetere 4 scatole di valeriana per dormire 2 bottiglie di sciroppo di guaranà per stare sveglia 20 biglietti di cinema consumati nei pomeriggi in cui 'avevo bisogno di stare da sola al buio' tutta la collezione primavera estate di intimissimi 1 amico emigrato all'estero pur di non dover più ascoltare le mie confidenze 3 dei miei fidanzati primaverili abbandonati perchè tanto 'nessuno è come lui' favorendo però, in compenso, la produzione di: un centinaio tra poesiole, sonetti petrarchiani e filastrocche splatter tre canzoni neomelodiche due capitoli di un romanzo harmony 4 quadri una ventina di disegni quasi quasi... lo rifaccio lo rifaccio? no no non lo rifaccio promessa solenne: le prossime primavere mi faccio legare a un lampione di via sannio, con i tappi di cera nelle orecchie... non ci casco più eh! no no perchè, io lo dico sempre che L'AMORE TOGLIE L'ALLEGRIA E LA LIBERTA' tie'..." mercoledì, settembre 15, 2004
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2:28 AM
by giovanna
di gente in corsa verso il lavoro di uomini donne impiegati operai gente in auto, motorino gente a piedi tutti freschi di acqua e sapone deodorante e camicia pulita in questa umanità non troppo variegata ho intravisto sul bordo della strada, in uno sputo di praticello, una coppia. Un cane e una vecchia. Lei era curva, piccola col passo malfermo una camicia antica bianca inamidata denti deboli gambe storte ciabatte di panno lui era un doberman altissimo muscoloso e vigile lucido e forte canini da presa li univa il filo del guinzaglio lui la trascinava, quasi poi si sono seduti su una panchina lui dritto e fiero lei un po' affannata accasciata lui cane da combattimento lei vecchia da ospizio e farmacia lui si è girato verso di lei si sono guardati amici complici mi sono sembrati bellissimi diversi amici e sono rimasta ancora un po' rallentado fermando quasi la mia auto incantata a guardarli poi i clacson delle altre macchine mi hanno costretto a lasciarli così soli in mezzo a tutta quella non troppo variegata umanità martedì, settembre 14, 2004
Posted
6:44 AM
by giovanna
alla fine bruciano un po' mercoledì, settembre 08, 2004
Posted
7:12 AM
by giovanna
così all'improvviso come un acquazzone estivo che ti becca senza ombrello senza niente spalle scoperte e gambe nude così mi ha sorpreso il pensiero di quel ragazzo: un calcio nel sangue allampanato e notturno il mio fratello il mio amato caino con la faccia sempre di sorpresa il passo sempre sbandato le frasi sempre 'verbo all'imperativo e neanche un aggettivo': vieni qui non te ne andare vai rispondi non parlare raccontami una storia sì verrò non ci sarò mercoledì, settembre 01, 2004
Posted
12:48 AM
by giovanna
IO.: - è che...non sono io che sono bugiarda.. sono gli altri che non sopportano la verità. Poi è anche che...le storie mi piacciono - martedì, agosto 31, 2004
Posted
1:15 PM
by giovanna
Forse sei a tavola con i tuoi. Con tanti piatti e il cesto del pane e il sale e l'olio.E ti invidio un po'. mercoledì, agosto 25, 2004
Posted
3:33 AM
by giovanna
l.:- perchè...perchè...come gli uccelli che si sono feriti un'ala...non sono sicuri di riuscire a volare..e allora temporeggiano sulla terraferma ancora un po' prima di provare, di nuovo, a buttarsi nel cielo...- c.:-ma io t'avevo chiesto solo di andare a prendere una birra - lunedì, agosto 23, 2004
Posted
1:29 AM
by giovanna
1 - non berrò mai più il caffè delle macchinette in ufficio 2 - non tollererò più coinvolgimenti in conversazioni con argomenti tipo: scelta della palestra/i bambini di oggi sono più svegli/il mare è meglio farlo a giugno o settembre/si passa più tempo in macchina che.../i veri furbi sono quelli che ad agosto rimangono in città/da quando c'è l'euro/ma chi lo ha votato berlusconi?/segue... 3 - non sarò più gentile con gli imbecilli 4 - non sorriderò più anche quando non ne ho voglia 5 - se dovessi incontrare per strada il G.B. non faccio "quella superiore" ma gli do un calcio nello stomaco e poi gli sputo. Anzi, non vedo l'ora di incontrarlo. 6 - non raccoglierò più le confidenze di chi, quando racconta, è noioso e/o ripetitivo. 7 - non accetterò più di stare in compagnia quando ho voglia di stare sola 8 - non leggerò mai più un libro della mazzantini 9 - mai più mai più userò l'aggettivo 'allucinante' Sostanzialmente sarò PIU'INTOLLERANTE e inevitabilmente PIU' FELICE sabato, agosto 21, 2004
Posted
2:51 AM
by giovanna
vacante vuoto e infatti svuoto di ogni cosa me e le mie giornate. dormo e nuoto. solo l’indispensabile. penso anche, ma vagamente, pensieri formulabili con non più di dieci sillabe per volta però stamattina ho finito il primo capitolo ovvero: ‘Di come, con l’inganno, levo dalla mani di una che si chiama Allegra la vita delle begonie rosse di L.’ e ho iniziato il secondo, ovvero ‘Di come, facendo pipì nel cesso di L., noto una scatola di augmentin e ricevo un’improvvisa illuminazione’ ho le mani sudate: scrivere è soprattutto un esercizio fisico. Meglio tornare a dormire. domenica, agosto 15, 2004
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6:13 AM
by giovanna
Festa estiva in spiaggia I presenti hanno ovviamente tra i 25 e i 40 anni: qui sembra che non esistano altri esseri umani che quelli di questa età. Le donne ostentano pance scoperte, gli uomini camicie di lino bianco e sigari di buona qualità Luccicano, le donne, sulla pelle e sui vestiti Alcuni si agitano alla musica Altri si agitano in conversazioni di autopromozione Altri, invece, stanno bloccati in un unico, continuo, paralizzato sorriso Tutti vanno in barca a vela Tutti hanno fatto almeno un corso da sommelier. Ovviamente cercano di coinvolgermi in danze, pavoneggiamenti e conversazioni dalla solita inevitabile partenza –che fai nella vita?- come se si potesse rispondere a una domanda del genere con un'unica, immediatamente comprensibile, frase -dove sei stata in vacanza?- come se tutti d'estate dovessero necessariamente andare in qualche posto riconoscibile come 'esotico' e 'da vacanza'; conversazioni dal solito inevitabile approdo – magari ci si vide domani per un giro in barca – -col cazzo che ci vengo in barca con te!- vorrei rispondere, … ma mi trattengo. Che diavolo ci faccio io qui? Sto per vomitare: il fatto è che le mie emozioni si trasformano sempre Immediatamente in qualcosa di fisico: liquidi, malattie, emicranie, gastriti, sudore, vomito… Per salvarmi dal vomito uso il metodo che ho imparato da bambina e che mi ha salvato in tante situazioni, in tutte le situazioni in cui quello che ho intorno non mi piace in tutte le situazioni in cui ho un immediato bisogno di fuggire: alzo la testa verso il cielo e mi lascio incantare mi perdo in quel buio e nelle stelle lontanissime dopo pochi istanti vengo risucchiata verso il cielo sono dentro al cielo Quello che ho intorno scompare E sono salva Penso a Lotar Questa è la sua gente Questi i suoi luoghi, le sue “situazioni”, come si dice, forse lui è così forse non sa camminare sui pezzi di vetro forse non ha mai saputo farlo Torna una sensazione di vomito. Sorrido al cameriere, un ragazzino tisico stanco e sudato, anche lui vorrebbe sparire da lì, capisce il mio sorriso solidale e lo ricambia Butto giù Un altro bicchiere di vino e risollevo lo sguardo aspettando che il cielo mi prenda e, di nuovo, mi porti via domenica, agosto 01, 2004
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1:53 AM
by giovanna
ma forse... è solo che beve troppo venerdì, luglio 23, 2004
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4:06 AM
by giovanna
a roma a sera amo le panchine ai bordi delle strade con le birre prese nei bar e bevute sotto lampioni gialli che illuminano isole d'asfalto caldo mi piace guardare da lì la città sfiancata dal caldo sulla panchina tra il negozio di scarpiere e il semaforo rotto di via magnagrecia io e a. abbiamo parlato di matricidi con una vecchia checca profumata e compiaciuta della sua tracolla finto hermès sotto i lampioni gialli del pigneto io e f. abbiamo parlato di geografia e d'amore: - per andare a perugia si può passare da mantova? - - volendo sì - sere d'estate col caldo che stanca e piega le ginocchia e mai mai i pensieri mai i nostri pensieri sere dove le parole escono più lente e diventa di più lo spazio tra le domande e le risposte il caldo ammorbidisce le nevrosi e cancella dolce dolce i rancori d'inverno le amo certe panchine metropolitane ancora di più quando sono in luoghi improbabili non quelle dei parchi ma quelle messe tra un tabacchi un platano spennato e l'insegna d'un dentista in un angolo dal quale si può vedere magari una finestra illuminata di cucina e le auto passare e la fermata d'autobus che si fa meno affollata quando è buio
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3:43 AM
by giovanna
«scrivo come posso, quando posso, dove posso [...] ho sempre dovuto rubare ore a quelli che mi davano lavoro, rubare tempo ai mestieri che mi davano il pane [...]. Scrivo in fretta e furia, come sempre ho vissuto: in fretta e furia» giovedì, luglio 22, 2004
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2:00 AM
by giovanna
giovedì, luglio 15, 2004
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5:26 AM
by giovanna
Io sono stata appena sputata fuori da un uragano. E ora non c'è più un filo di vento. Davanti a me sta seduto un tipo con al collo una catena da motorino, e i capelli incollati dal gel con la cute a vista. Maglietta bianca. Smanicata. Sollevo lo sguardo e subito lo riabbasso perchè so che di lì a un minuto dirà qualcosa... Lasciami in pace, per favore, fanciullo smanicato. Oggi non sopporto perturbazioni al silenzio. Il rumore del treno, continuo e privo di contenuto, quello posso sopportarlo. Per ora lui gioca nevroticamente con le suonerie del telefono. Io sto con la testa bassa sul mio libro. In realtà non leggo...percorro il labirinto che disegnano gli spazi bianchi tra le parole. Mi isolo ancora di più con le cuffiette nelle orecchie, ma eccolo che mi fa un cenno... faccio finta di niente ma lui, impavido, si china con la faccia davanti al mio libro. Mi chiede di togliermi un auricolare. Per cortesia, me lo levo. - T'ho visto ieri sera - sorride ammiccante - tu fai la cubista al club21!- lo dice sicuro e felice. - No. Non sono io. Ieri sera non ero su un cubo. E non ballavo - Lui mi guarda perplesso e deluso. Rimetto l'auricolare Gli leggo sul labiale qualcosa del tipo - scusa, mi sembravi proprio tu- Riprovo di nuovo ad allontanarmi coi pensieri. Ma non riesco a non pensare con un certo affetto al mio alter ego cubista al club21. Ci penso. E me la immagino. Me la immagino in questa domenica pomeriggio. Con le ciabatte e l'accappatoio che gironzola per casa assonnata. In testa ha un mollettone che le tiene sù i capelli e sbocconcella qualcosa da mangiare. Ha ancora un po' di trucco in faccia. La TV è accessa su domenica in...i genitori stanno seduti su un divano marrone, di pelle marrone. Un vassoio di pastarelle sul tavolino del salotto. Il fratello più piccolo parla al telefono. Me la immagino annoiata. Sbadiglia e guarda fuori dalla finestra. La finestra dà sui binari della ferrovia. Lei sicuramente, come me,la odia la domenica pomeriggio. martedì, luglio 13, 2004
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9:03 AM
by giovanna
il cielo azzurro dell'estate insostenibile questo stupido cielo celeste stoviglia venerdì, luglio 09, 2004
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2:48 AM
by giovanna
ore 8.00, prima colazione L. (sospirando): -il mondo è pieno di gente che si sta cercando- G. (sbadigliando) : - sì, creditori che cercano debitori insolventi assassini che cercano vittime zanzare che cercano vene gatti che cercano topi-
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2:28 AM
by giovanna
prendo l'anima e la sbatto per bene, come una tovaglia dopo pranzo per levare le briciole. rimane qualche macchia di vino. me la tengo. è arrivato un vecchio pazzo a scuotermi una spalla. è arrivato un bambino muto a tirarmi per la gonna. un ragazzo con gli occhi vacui e i pensieri disposti in ordine alfabetico mi era cascato davanti... non era un ragazzo, era un sacco di iuta pieno di polvere e foglie secche scavalco il sacco, esco dalla lista in ordine alfabetico... e vado via mercoledì, luglio 07, 2004
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5:23 AM
by giovanna
potevamo ancora aspettare l'estate ma, cazzo..., ora che l'estate è arrivata, che cosa aspettiamo? martedì, luglio 06, 2004
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5:31 AM
by giovanna
interlinea per sottolineare un "cambio" una interruzione una sospensione ma la sospensione non è una bella sensazione spesso presuppone l'esistenza di un burrone lunedì, luglio 05, 2004
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2:24 AM
by giovanna
Guardando il mare dalla terra sento un desiderio così forte di farne parte, di tuffarmici dentro, che quasi ne soffro, come un pesce tirato fuori da un amo. Sono d'acqua, di sale e d'alga verde. Non sono terra. Non sono pietra. Vado verso ogni cielo lontano, verso ogni puntino d'orizzonte. Mi porta una corrente buia, fredda e profonda. mercoledì, giugno 30, 2004
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1:49 AM
by giovanna
La notte del 28 giugno fu la notte in cui strapparono il cuore dal petto di t. Da quella notte t. continuo a vivere, ma senza più il cuore nel petto. Pur sentendone ancora il peso. Anzi i primi tempi il peso fu addirittura doppio, triplo. Quella notte si sentirono gabbiani e corvi urlare insieme. E ci furono vento e zanzare e onde paurose e su tutto un buio assoluto, un buio di cecità. t. imparò da allora ad odiare il mare e i posti di mare, cercando rifugio nei luoghi non troppo felici. Chè a chi hanno strappato il cuore dal petto non sono sopportabili, i posti felici. Che cosa ne fu di quel cuore non si sa. Forse lo beccarono gabbiani e corvi. Forse gli amici del gringo lo tagliarono a pezzetti e ci giocarono coi cani. Forse fu portato in processione da grilli e falene. Forse, e questa è l'ipotesi più terribile, ancora sbatte in un'acqua di mare, sopravvivendo a tempeste e secche. In quanto a t., con grande sollievo delle beghine e di quelli che non avevano potuto averla, gli occhi luminosi le si velarono di fuligine e il passo perse la sua fiera insolenza. Cosa sarebbe accaduto da quel momento non era facile prevederlo, t. avrebbe detto "nulla", perchè nulla ormai riusciva a fare senza cuore se non sopravvivere. Ma qualcuno avrebbe ancora scommesso sulla chica senza cuore dallo sguardo velato, chè chi l'aveva così mutilata non poteva dormire sonni tranquilli. Perchè a mutilare angeli e demoni si paga qualcosa. Così si dicono i vecchi dell'isola. venerdì, giugno 25, 2004
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1:46 AM
by giovanna
che una farfalla se si bagna le ali poi muore? ieri una farfalla falena è finita sotto l'acqua del rubinetto poi io mi sono messa a piangere perchè pensavo che fosse morta ma non era morta muoveva le zampe così ho telefonato a elleno perchè quando non so che fare telefono sempre a elleno e lui che è sempre estremo mi ha detto uccidila uccidila altrimenti soffre di più ma io non l'ho uccisa perchè io quando non so che fare telefono sempre a elleno ma poi non faccio mai quello che mi dice così l'ho messa ad asciugare al sole e sono uscita quando sono tornata l'ho trovata che dormiva tranquilla sul portasapone stamattina si è svegliata ha volato anche un po' e abbiamo fatto colazione insieme la morale della storia è: non credete mai a chi dice che una farfalla se si bagna le ali poi muore giovedì, giugno 24, 2004
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3:29 AM
by giovanna
la poesia delicata e misteriosa degli oggetti io che non volevo dipingere altro che facce e corpi ora rimango abbacinata da una pera mi incanto di fronte a un ciottolo scheggiato a una sedia vuota e mi imbambolo alla vista di un letto bianco disfatto
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12:00 AM
by giovanna
ostiense passanti veloci al mattino pavimenti sporchi neon e profumi di dopobarba improvvisamente un rumore diverso un tonfo un urlo un uomo corre un altro in divisa lo insegue corrono corrono ognuno col proprio ruolo preciso inseguito inseguitore guardie e ladri come da bambini che da bambini già ci insegnano a scegliere un ruolo e tenercelo io istintivamente mi scanso faccio largo a chi fugge lo seguo con lo sguardo ce la fai ce la fai corri corri mi sento lui mi metto nei suoi panni nelle sue gambe sgangherate e magre poi mi giro l'altro, l'inseguitore, si è fermato è un ragazzo in divisa a testa bassa un po' deluso si ferma si aggiusta i pantaloni imbarazzato si guarda intorno ha perso lui se ne vergogna un po con i passanti io abbasso lo sguardo e sento pena pena anche per lui mi sento lui mi metto nei suoi panni in quel suo brutto lavoro che lo costringe a tenere una pistola infilata nella cinta mi si stringe la gola e mi sento inseguito e inseguitore e mi chiedo perchè provo una pena profonda e misteriosa per questi due uomini? perchè penso che non giocherò mai con lisa a guardie e ladri? perchè sento dentro ogni volta le paure e le debolezze e le ragioni di tutti? perchè non so stare mai, mai, dalla parte di uno o di un altro? non so perchè ma tuttosommato ne sono felice io sono così lo sono sempre stata in fondo lo ero anche da bambina quando si giocava a cowboy e indiani io chiedevo sempre di fare il cavallo o il totem o il cuoco mercoledì, giugno 23, 2004
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5:47 AM
by giovanna
mentre correvo su via appia in bicicletta che la macchina come dicevo è pure rotta una busta si è infilata nei raggi la bici si è inchiodata mi ha catapultato in un volo di un metro e mezzo in avanti e sono caduta nel centro esatto dell incrocio di via appia si è formato un capannello di gente che diceva uemaronnadocarmine è viva per miracolo miracolooooooooooooooooo per fortuna non passavano macchine se no ero morta e oggi voi vi potevate incontrare tutti al mio funerale così finalmente vi potevate rivedere che non riuscite mai a incontrarvi e nuccitelli come al solito c'avrebbe provato con tutte soprattutto con chiarella e pure con le altre mie amiche in lacrime e anche con gli amici... e luigi si sarebbe messo la cravatta cocozza da acchiappo e la masala vi avrebbe presentato il fidanzato nuovo e qualcuno sarebbe tornato da lontano e qualcunaltro avrebbe detto -era na brava uagnedde sapeva pure checenà- e intanto riccardo avrebbe distribuito inviti per la festa a ostia e gpdm avrebbe detto -e dire che stava pure imparando a ballare la salsa- e il meccanico sarebbe venuto a chiedere i 400 euro della riparazione ma nessuno glieli avrebbe dati quasi quasi mi dispiace di non essere morta lunedì, giugno 21, 2004
giovedì, giugno 17, 2004
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7:12 AM
by giovanna
tocca ammetterlo ieri quel posto era pieno di donne piene di strass e rossetti fluorescenti e pantaloni aderenti su culi fatiscenti e uomini con magliette aderenti su bicipiti prepotenti italiani travestiti da latino americani e panini finto hawaiani collanine etniche e insopportabili musichette tutto stipato in stand dai colori acidi troppo cadmio troppo magenta troppo poco blu e la commessa platinata che ti da del tu piuttosto insopportabile mi ha immalinconito
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1:37 AM
by giovanna
Dio ce ne salvi e non avremo rimpianti gli artisti i pazzi e i bambini sono privi di buon senso io sono priva di buon senso e infatti non ho rimpianti ma un sacco di ematomi, graffi, contusioni, livide ginocchia e lividi sguardi... e allora invidio un po', ma a volte, solo a volte, quel colorito roseo e pasciuto delle persone che il buon senso ce l'hanno quel loro passo costante e lineare quel loro modo lento di parlare. mercoledì, giugno 16, 2004
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6:46 AM
by giovanna
che riempie e inonda che fa venire voglia d'affogare lava che corre scorre sulla terra e la incendia d'oro e di rosso e fa venire voglia di bruciare lunedì, giugno 14, 2004
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8:06 AM
by giovanna
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6:51 AM
by giovanna
di corsa via merulana con i bagliori del sole sulle cromature dei motorini e sui capelli dei passanti... buste della spesa sedani e pane finestre e tram e vento a roma in bicicletta a primavera mi sento un bambino un bambino felice martedì, giugno 08, 2004
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3:18 AM
by giovanna
Poi una sera, una sera qualunque, solo forse un po' più profumata delle altre,arriva qualcuno.E ti sembra uno qualunque. Poi mette una musica ripescata chissà da dove. una musica che ti sembra di aver già sentito da qualche parte, tanto tempo fa. Ti prende per un polso e ti fa ballare. E tu senti la testa confusa e leggera e le parole ti escono più lente. E quella sera non vai a dormire alla solita ora. e al mattino scendi al bar e invece del cappuccino ti prendi due caffè corretti. e con gli amici rimani silenzioso. e mentre il solito bel tipo parla tu non ascolti e fissi il soffitto. Così a un certo punto ti accorgi che quello che ti ha fatto ballare l'altra sera era uno stregone. e tu col cazzo che eri immune dagli incantesimi!..." lunedì, giugno 07, 2004
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6:00 AM
by giovanna
Io non sopporto le attese "...solo se saprai stare senza attese vedrai cose che gli altri non vedono..." venerdì, giugno 04, 2004
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8:22 AM
by giovanna
di dirgli chi era fabrizio io ho risposto che era il capo degli zingari. che era un poeta, malato come tutti i poeti. che era un porto di mare. che era uno con le dita magre da suonatore di chitarra. che era uno che mi ha accompagnato molte notti in molte strade in molti volti. che quando se ne è andato è stato come un cattivo presagio. che adesso è uno dei miei angeli custodi, quello che mi suggerisce cattive strade e coraggiosi pensieri... lunedì, maggio 31, 2004
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8:14 AM
by giovanna
nei colori stesi sulle tele bianche provo ma non ci riesco perchè lui è carne, ossa e cuore
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3:39 AM
by giovanna
nella bocca tra le dita. poche le parole e dette senza verbi tornate da lontano da filastrocche semplici sillabe di bambini così, voglio, dimmi, bacia ------------- giovedì, maggio 27, 2004
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7:44 AM
by giovanna
- perchè mi sembrava un pollaio. E io non sono una gallina - martedì, maggio 25, 2004
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5:27 AM
by giovanna
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1:05 AM
by giovanna
venerdì, maggio 21, 2004
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8:24 AM
by giovanna
casca il mondo casca la terra con piccole dita bianche e unghie sporche giochi plastiline contorte e bambole ansiose sfogli, attenta, margherite magre m'ama non m'ama m'ama non m'ama girogirotondo casca il mondo casca la terra con una bocca curiosa di paura mangi foglie d'oleandro e zolfo di fiammiferi I tuoi giochi sono cani impiccati e frecce arruginite salamandre magiche in acqua di fosso girogirotondo casca il mondo casca la terra tutti giù per terra giovedì, maggio 20, 2004
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1:23 AM
by giovanna
martedì, maggio 18, 2004
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9:10 AM
by giovanna
guerriero stanco di guerra giaguaro stanco di jungla ago stanco del pagliaio due stanco del tre ombrello stanco di pioggia girandola stanca di vento...
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2:33 AM
by giovanna
vita, due erano quelli della scuola guida, il terzo usciva a puntate su donna moderna mercoledì, maggio 12, 2004
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8:15 AM
by giovanna
di solito. questo sì. da "tu, mio", erri de luca: "...Ecco, già stavo indagando su di lei, in cerca di una sua verità. Ci si innamora così, cercando nella persona amata il punto a nessuno rivelato, che è dato in dono solo a chi scruta, ascolta con amore. Ci si innamora da vicino, ma non troppo, ci si innamora da un angolo acuto un poco in disparte in una stanza, presso una tavolata, seduto in un giardino dove gli altri ballano al ritmo di una musichetta insulsa e decisiva che fa da colla di pesce per una faccia che si appunta a spilli sul diaframma in petto. Da subito mi innamoravo a vuoto di Caia, di una ragazza più grande, dal dente spezzato in un sorriso a grandine, che aveva toccato la mia mano senza riguardo per la ferita e mi era intima per questo. M'innamoravo secondo un impulso contrario all'evidenza: che io ero di molto più adulto, che a me toccasse il compito di proteggerla dai pericoli dell'isola, custodendo il suo segreto che non conoscevo ancora ma che doveva esserci e io l'avrei saputo, io solo..."
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3:24 AM
by giovanna
per esempio la felicità che per me deriva dal disegnare un'immagine che prima non esisteva, e qualsiasi altro tipo di felicità, per esempio quella di un bacio, mi viene in mente la stessa differenza che c'è tra un "volo" ed un "salto". Un salto è solo l'illusione del volo. Un suo riflesso. Uno zoppicante tentativo di volo. Pochi istanti e di nuovo i piedi sono giù. con un rumore sordo che li riporta all'asfalto, al marmo, alla terra. martedì, maggio 04, 2004
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8:40 AM
by giovanna
sono stanca di parole sillabe lettere suoni aeiou accenti sù solo voglio vedere toccare annusare masticare mordere e schiaffeggiare sentire caldo morbido liscio e poi freddo metallo cromato bagliore respirare in silenzio stanca del dominio tirannico delle parole della loro prepotenza della loro presunzione di poter spiegare tutto. Adesso capisco che le parole spesso sono incapaci. E io con loro. Viziata dal troppo dire. venerdì, aprile 30, 2004
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7:16 AM
by giovanna
come un gatto selvatico randagismo primavera di pioggia asfalto bagnato devo scappare correre devo mettere tutto questo nei capelli, nelle mani, nello sguardo della mia strega martedì, aprile 20, 2004
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1:54 AM
by giovanna
Zoppicante manager presunto in realtà nuovo proletario in subaffitto. Pratica la vela per riscatto sociale: la cima la bolina la randa che palle! Sono sicura che il mare prima o poi lo sputerà fuori, stanco pure lui di tutta questa ipocrisia, con una bellissima onda anomala ci liberera prima o poi da tutti questi velisti fashion mesciati e abbronzati. Splash!!! Sarà divertente. E a me, a ripensarci, non può che tornarmi in mente il ritornello di venere di carmen consoli "...triste annoiata e asciutta...sarei la tua venere storpia...sarei..."
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1:48 AM
by giovanna
venerdì, aprile 16, 2004
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12:52 AM
by giovanna
e "un gelato al limone un gelato al limone" alla radio inevitabile un principio di gastrite in fondo al cuore... ma quando cazzo arriva questa primavera? giovedì, aprile 15, 2004
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8:20 AM
by giovanna
glielo scrivo? non glielo scrivo tanto non capisce
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1:39 AM
by giovanna
E si ricordava di quel pomeriggio in cui suo zio, quello bello e importante, lo zio che parlava bene, lo zio con i capelli bianchi e gli occhi azzurri e la camicia profumata d’amido, aveva spaccato in due una matita rossa e blu, per la rabbia. Perché lei non capiva. E quella matita era rimasta sul tavolo della cucina, accanto al barattolo dello zucchero rovesciato, con lei che la fissava paralizzata. Senza piangere. Senza battere ciglio. Con le braccine magre lungo i fianchi su una sedia troppo alta. Sgomenta e piena di vergogna. E quelle due metà spezzate, la metà rossa e la metà blu, rimanevano un mistero che la terrorizzava. Quella per lei era UNA matita rotta per la rabbia, continuava ad essere una sola matita, rotta a causa della sua stupidità, non due parti…”divise”…come le vedeva lo zio furioso. E invece, per la piccola Anna, quanto era più facile far scorrere la penna in fluide paginette d’ “uva” e di “sole” e di “la mia mamma cucina”. E, quando era più grandicella, a raccontare vacanze al mare che in realtà non aveva fatto. Ma era facile immaginarle e scrivere. Arrampicarsi con l’inchiostro su montagne di sabbia e disegnare sul foglio parole complicate per un bambino piccolo, come “cavalluccio di mare” e “alghe marine”. Scrivendo respirava e per qualche momento si liberava dalla convinzione e dalla vergogna di essere stupida... mercoledì, aprile 14, 2004
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6:51 AM
by giovanna
ne segue L'attesa ne segue L'inquietudine e la voglia di tornare di andare smania nelle gambe e rosso negli occhi sale nella lingua voglio diventare asettica come una garza sterile voglio diventare isolata come un filo di rame in un tubo di plastica voglio diventare un broccolo bollito voglio diventare pastina d'ospedale cucciolo di cane con gli occhi chiusi e d'inverno pallone dimenticato sulla terrazza al mare
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5:39 AM
by giovanna
Un esempio del primo caso e' il mare. Le onde del mare sono sue, del mare. Non sono uguali, non sono prevedibili. Un esempio del secondo caso sono i movimenti circolari di un'acqua di lago provocati da un sasso lanciato. Quei cerchi concentrici sono uguali e controllabili. E appartengono alla mano che ha lanciato il sasso. Il lago e' un mezzo. Il mare e' inizio e fine.
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4:58 AM
by giovanna
martedì, novembre 25, 2003
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9:02 AM
by giovanna
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8:59 AM
by giovanna
venerdì, gennaio 17, 2003
Posted
8:51 AM
by giovanna
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